F1, un altro sorriso per Robert Kubica: ecco cos’ha in mente la Renault per il polacco

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Robert Kubica svolgerà nei prossimi giorni un secondo test al volante della Lotus E20 del 2012

Il cammino di Robert Kubica verso la Formula 1 procede spedito, aggiungendosi di un ulteriore step che dovrebbe essere compiuto nei prossimi giorni. Dopo il primo test svolto lo scorso 7 giugno a Valencia, il pilota polacco ne avrà a disposizione un altro sempre al volante della Lotus E20 del 2012.

La notizia è ufficiale ma ancora non è stato reso noto il circuito su cui si svolgerà questa seconda sessione che, secondo le prime indiscrezioni, dovrebbe svolgersi entro un paio di settimane. Nel caso in cui gli esiti dovessero essere positivi, Kubica allora si candiderebbe per un test molto più impegnativo al volante di una monoposto equipaggiata con power unit ibrida, mai guidata in carriera dal pilota polacco. Intervenuto  lo scorso weekend al Festival della Velocità di Goodwood, Kubica ha svelato la sua volontà di voler tornare in Formula 1: voglio tornare nel Circus e sono certo  all’80/90%  che sarò in grado di ottenere dei risultati. Questo è il mio target, la strada è ancora lunga ma farò di tutto per riuscirci. Già rimettermi al volante di una monoposto sembrava impossibile fino a 4/5 mesi fa ed invece è successo.  Il test di Valencia con la E20 è stato incredibile. Non credevo di riprendere il passo così in fretta e di non incontrare particolari difficoltà. Le sensazioni sono state magnifiche. Mi sono subito sentito nel mio habitat”.

Sulla gara di Baku, poi, Kubica sottolinea il suo pensiero: “Baku è stato fantastico, una gara davvero movimentata. D’altronde le auto di oggi sono molto più spettacolari di quelle del recente passato. C’è maggiore competizione, più duelli tra scuderie diverse e tra compagni di squadra. Tutti ingredienti di cui necessità lo spor. Circa l’incidente sotto safety car, a mio avviso Sebastian ha esagerato un po’ nella reazione ed infatti al traguardo era scontento e ha riconosciuto di aver sbagliato. Tuttavia sono cose che possono capitare. Quando si lotta per il titolo la pressione è alta. Il team esige da te prestazioni di alto livello e tu stesso vuoi fare sempre bene”.

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