Il racconto di Cosimo Bongiovanni della sua esperienza ciclistica e delle uscite in bici con Vincenzo Nibali
Per creare un gruppetto attorno a Vincenzo Nibali, Salvatore Nibali trasmise la passione della bicicletta oltre che a suo figlio anche ai suoi nipoti: Cosimo Bongiovanni e Giuseppe Bongiovanni. Un trio formato da giovani amanti della bicicletta. Proprio dalle uscite in bici, con i suoi cugini, iniziò ad emergere la grande attitudine di Vincenzo verso questa disciplina sportiva. Cosimo Bongiovanni ci racconta della propria esperienza ciclistica partendo da quelle particolari uscite in bicicletta con Vincenzo Nibali.
“Ho iniziato a gareggiare da quando avevo 11 anni fino all’età di 26 anni. Io, Vincenzo e Giuseppe, all’età di 14/15 anni, uscivamo spesso con un gruppo di amatori. Loro partivano dal negozio Bici & Bike di Messina, ogni giorno alle 13.00 e noi ci aggregavamo a loro. Facevamo spesso un bel giro con una salita e, in cima, era sempre una gara a chi scollinava per primo. Ovviamente, era sempre Vincenzo a vincere, staccando pure gli amatori più grandi di lui. Ogni tanto ci fermavamo per qualche partita a calcio balilla e una granita, poi partivamo nuovamente.
Ho fatto parte di tutte le categorie, da esordiente fino a dilettante. Poi mi sono fermato per due anni a causa di un cambio di un regolamento della Federazione Ciclistica Italiana, per poi tornare a correre negli amatori. Nel 2016 mi sono tesserato con il Velo Club Racing Assisi Bastia di cui il Presidente è Luca Battistelli, che mi ha dato fiducia prendendomi in squadra. Ho deciso di correre le Gran Fondo in tutta Italia. Avevo un po sottovalutato questo mondo ma, con il passare del tempo, mi sono accorto che rispetto alle gare che facevo da dilettante le Gran Fondo richiedono molta più resistenza essendo gare tra i 150 e 160 km. Le prime gare non sono andate molto bene, soffrivo molto. Con il tempo ho iniziato a capire come dovevo prepararmi, ho incominciato a fare buoni piazzamenti tra i i primi 15 e 10 posti delle classifiche. Ho incominciato a prenderci gusto e ho vinto il circuito dei due mari che comprendeva 5 gare in 4 regioni diverse: Umbria, Abruzzo, Marche e Lazio. Puntavo anche a vincere il campionato regionale in Umbria, ma ho dovuto rinunciare nell’ultima prova, perché nel frattempo Vincenzo stava vincendo per la seconda volta il Giro d’Italia; allora ho rinunciato alla maglia di campione regionale, per incoraggiare mio cugino e vederlo salire sul gradino più alto del podio a Torino. Insomma, ho fatto un anno di divertimento e nuove esperienze con le Gran Fondo. Il 2017 lo avevo preparato a puntino tra palestra, piscina e ginnastica posturale; un po’ di allenamenti li ho impostati e svolti da solo chiedendo sempre consigli, soprattutto a Vincenzo e Antonio Nibali. A Gennaio mi sentivo pronto per correre, non vedevo l’ora di essere sulle salite a lottare con i migliori delle Gran Fondo. Il 28 Febbraio avevo la prima gara a Terni, fremevo e mi sentivo veramente pronto. Allora, per prepararmi al meglio, il 12 Febbraio andai a svolgere una gara sul lungo mare di Reggio Calabria. La mattina andai con Giuseppe, mio fratello aveva appena ripreso la bici dopo 5 anni. La gara comprendeva un circuito di circa 2 km.
A circa metà gara mi trovavo in mezzo al gruppo e mi sono agganciato con il manubrio con un mio compagno, cadendo rovinosamente sull’asfalto e battendo forte la testa. In più mi sono arrivati addosso altri ciclisti. Avevo capito che qualcosa non andava, avevo la gamba sinistra riversa all’esterno e un dolore atroce. Trasportato in ospedale mi diagnosticarono il femore rotto e fui ricoverato nel reparto di ortopedia dell’Ospedale di Messina. Cominciò la trafila: operazione, riabilitazione e (da atleta) imparare nuovamente a camminare, una esperienza veramente pesante. In ospedale, facendo nuove conoscenze, ho trovato la giusta motivazione e dopo quasi 2 mesi sono stato dimesso. La mattina di sabato 22 aprile, acceso il cellulare, mi arrivò la tragica notizia della morte di Michele Scarponi. Il giorno seguente per onorare Michele ho indossato la divisa Astana e ho fatto il mio primo allenamento dopo l’incidente. Non è stato per niente facile, ma ce l’ho fatta. Il lunedì ho preso il pullman e sono andato andato ai funerali di Michele, per dargli l’ultimo saluto.
Iniziai a prepararmi per la Gran fondo Vincenzo Nibali. Lì per lì non ci credeva nessuno, ma il 18 Giugno ero pronto, mi trovavo a Giovinazzo. Partiti, la media fu subito di 45 km orari, c’era un vento fortissimo e in gruppo si faceva fatica. La gara iniziò a farsi dura e da circa 600 partenti siamo rimasti in soli 40 corridori. Io stavo sempre calmo, non sapevo fin dove la mia gamba, oggetto dell’incidente, mi poteva portare. Sono giunto al traguardo 13° assoluto e 3° di categoria, ero molto felice. Di recente si è tenuto il 1° Memorial Rosario Costa organizzato dall’ASD Nibali, una gara a cui tenevo tantissimo. Ho partecipato, ma sono stato sfortunato per una foratura all’ultimo giro, ma l’importante era partecipare principalmente per ricordare Rosario. Adesso il mio obiettivo sono i campionati italiani in Umbria, che si terranno il 23 Luglio e che sto preparando al meglio. Una considerazione finale, però, la devo fare: nessuna Gran Fondo, nessuna gara e nessuna uscita in bicicletta sono paragonabili alle uscite con mio fratello e Vincenzo Nibali quando eravamo ragazzini.”