Un gran premio davvero pazzesco quello di Baku in cui le Ferrari se la sono vista brutta tra sportellate, ritiri e penalità: ecco il commento di Maurizio Arrivabene
Un Gp di Baku quello appena concluso di F1 che non lascia spazio ad interpretazioni. E’ stata una gara davvero pazzesca, tra sportellate, rimonte, safety car ed intoppi inaspettati. A vincere su tutti gli altri piloti è l’australiano Daniel Ricciardo che s’impone davanti al pilota della Mercedes Valtteri Bottas (autore di una clamorosa rimonta dopo l’impatto iniziale con Raikkonen) e precedendo anche Lance Stroll, al suo primo podio in carriera. Vettel è ai piedi del podio, dopo una penalizzazione subita per una violazione al regolamento. Dietro di lui proprio Lewis Hamilton costretto ad uno stop al box di troppo. Kimi Raikkonen al contrario è stato costretto al ritiro prima della fine della gara.
A commentare la gara folle del Gp azero è stato anche il team principal della Ferrari Maurizio Arrivabene che ha ammesso ai microfoni di Sky Sport: “non vogliamo recriminare, perchè non è nel nostro stile. Partendo da quello che è successo tra Bottas e Kimi, arrivando a quello che è successo a Sebastan e Hamilton… Siamo in F1 o al Colosseo? Facciamo una directive e ci adeguiamo, ci siamo battuti e non ci hanno dato ragione i fatti. Parliamo poco ma lavoriamo molto. In Austria torniamo più caparbi che mai. Criticare troppo può sembrare inelegante, ma penso che ‘nel dubbio non diamo ragione alle Ferrari’ è quello che è successo oggi. Detto ciò l’importante è guardare aventi ed il cambio del motore ci ha dato una mano. Ci è stata una dimostrazione di ciò quando i ragazzi si sono gettati sulla macchina di Kimi e l’hanno ributtata dentro approfittando della bandiera rossa. Questa è la Ferrari ammettendo che si parli di sport”.
Infine Arrivabene commentando le critiche di Lauda alla manovra con cui Vettel si è scontrato con Hamilton, il ferrarista ha ammesso: “Lauda può dire quello che vuole, a volte parla per se stesso e a volte anche per noi. Noi stiamo zitti e lavoriamo, lui ha i suoi punti di vista. Ci rivediamo in Austria ci sono ancora 12 gare e lui continuerà a parlare e noi ad ascoltare”.