Interrogato sul contatto tra Hamilton e Vettel, Toto Wolff ha provato a fare chiarezza senza attaccare la Ferrari e il suo pilota
Non smette di far discutere il contatto avvenuto durante il Gp di Baku tra Lewis Hamilton e Sebastian Vettel. Tra polemiche, litigi, botte e risposte tutti desiderano avere l’ultima parola, provando a far passare per veritiero il proprio punto di vista. L’ultimo a dire la sua su quanto accaduto nel corso del 19° giro del Gp azero è Toto Wolff che, a sorpresa, non se la sente di attaccare Sebastian Vettel.
“Hamilton ha detto che Sebastian non ha avuto un comportamento da 4 volte iridato? E’ quello che ha detto? Si sa, le emozioni e l’adrenalina è molto alta quando si è in una monoposto da competizione, e lo è anche appena scesi” le parole di Wolff a Motorsport.com. “Come abbiamo visto in passato, quando i piloti hanno la visiera abbassata hanno una percezione tutta loro dei fatti di gara. Non ho intenzione di proteggere Sebastian, ma credo che pensasse che Lewis stesse facendo brake testing, cosa che in realtà non era. Abbiamo letto i dati e la Safety Car era 150 metri avanti a Lewis, quindi è stato un giudizio sbagliato. Non riesco a immaginare che lo abbia fatto apposta.
Mi piacerebbe parlare con lui personalmente e sentire cosa dice dell’incidente piuttosto che dare un giudizio senza aver sentito la sua versione. Se un pilota è arrabbiato e fa una manovra con coscienza allora bisogna pensare alle dimensioni della penalità. E’ certo che Sebastian sia un 4 volte iridato e in F.1 siamo esempi per tutti i giovani che seguono il Mondiale e per i giovani piloti che corrono al di fuori della categoria. Per me è difficile capire cosa sia accaduto. Ma non è cambiato nulla. Per quanto riguarda il team Mercedes, dobbiamo capire perché il poggiatesta di Lewis si è sganciato, se abbiamo bisogno di fare delle modifiche per evitare che si possa ripetere in futuro o se, semplicemente, il pezzo non era fissato correttamente. Non abbiamo ancora ricevuto una risposta chiara a riguardo“.
Quanto accaduto in pista potrebbe rovinare i rapporti in pista tra Mercedes e Ferrari, ma Wolff non si sbilancia: “siamo in una situazione in cui ci sono polemiche, ed era chiaro che una cosa del genere sarebbe potuta accadere. Penso che il rispetto tra le parti ci sia. Siamo due grandi realtà di questo sport. Gli eventi di oggi certamente non hanno migliorato il rapporto, che però andrà avanti. Normalmente faccio colazione alla Ferrari domenica mattina, abbiamo grande rispetto per la Ferrari, è un’azione fantastica con tanti appassionati che sperano in grandi risultati del team italiano. Per me vale quanto accade nel rugby.
In pista ce le diamo, sono i nostri nemici. Quando la gara è finita dobbiamo essere in grado di bere una birra assieme come fanno loro. Stiamo correndo sulla stessa piattaforma che, in qualche modo, ci unisce. Lo sport ha bisogno delle rivalità e penso che quello che abbiamo visto in gara a Baku sia l’ingrediente di un grande campionato. Ad un certo punto i migliori che competono per il Mondiale possono non essere più amici. Forse abbiamo visto la parte peggiore del loro rispetto in questa gara“.
Sulla mancata sanzione ad Hamilton, Wolff sottolinea: “prima di tutto Lewis non ha fatto nulla di male, l’abbiamo visto dai dati della telemetria. Dobbiamo essere consapevoli del fatto che ci sono milioni di persone che ci seguono e molti aspiranti piloti che prendono come esempio quello che facciamo in pista. Qualunque cosa viene decisa riguardo alle sanzioni per certe manovre sarà presa come precedente. Si tratta solo di giudicare nel migliore dei modi determinate manovre. Spero che Charlie e tutta la Direzione Gara abbia considerato tutto ciò. La pena è stata comminata, i Commissari hanno deciso e per quanto mi riguarda il nostro team è già proiettato in Austria.
Lewis, che era in testa, poteva gestire il ritmo dietro la Safety Car. Era distante appena 150 metri dalla vettura di sicurezza e non si è mai visto che il leader della classifica rimanga sulla stessa linea della Safety Car. Non c’erano dubbi riguardo la sua accelerazione. Guardando i dati Lewis ha fatto la curva e non ha pestato l’acceleratore, Sebastian gli è finito addosso. Sebastian non voleva perdere Lewis alla ripartenza. Lewis non ha fatto nulla di male“.