Giro d’Italia, parte la rubrica di Paul Smith: “conservo gelosamente un regalo di Scarponi, vi dico cos’è”

SportFair

Con l’inizio del Giro d’Italia scatta sulla Gazzetta la rubrica di Paul Smith, la prima uscita è dedicata a Michele Scarponi

Il giorno tanto atteso è finalmente arrivato, la centesima edizione del Giro d’Italia è pronta a partire. Tra qualche ora il via alla prima tappa di questo atteso evento che partirà oggi per concludersi il 28 maggio a Milano. Dopo la presentazione avvenuta ieri, i ciclisti sono pronti ad affrontare le prime fatiche per contendersi la prima maglia rosa di questo Giro. Paul Smith, stilista inglese e icona della moda maschile e Baronetto, seguirà la corsa tappa per tappa con una rubrica sulla Gazzetta dello Sport iniziata proprio oggi.

Foto Lapresse / Fabio Ferrari
Foto Lapresse / Fabio Ferrari

Nel mio ufficio a Londra ci sono tante cose che ricordano a me, e ai miei visitatori, quanto io ami il ciclismo. Moltissime biciclette, alcuni caschi che ho disegnato e un gran numero di maglie. Una di queste è della squadra Lampre, 2013, firmata e dedicatami da Michele Scarponi. Sono una delle molte persone che pensano a lui mentre il Giro sta per partire dalla Sardegna. Quel posto lasciato vuoto nell’Astana dopo la tragica morte del grande corridore il 22 aprile rappresenta il tributo più adatto a un uomo ricordato con grande tenerezza da chiunque l’abbia conosciuto. I video del pappagallo del suo vicino, che lo accompagnava negli allenamenti, mostrano quanto fosse un uomo sensibile, e le fotografie delle migliaia di persone presenti al suo funerale non hanno lasciato dubbi non soltanto sul suo posto nello sport italiano, ma del livello del ciclismo nella cultura italiana.

Foto Lapresse / Daniele Badolato
Foto Lapresse / Daniele Badolato

Come meraviglioso scalatore, il suo momento sarebbe arrivato più avanti, forse sullo Stelvio o sul Monte Grappa. Anche a 37 anni avrebbe giocato un ruolo significativo nel Giro 100. La sua morte è avvenuta in allenamento, e non in corsa, ma la sua assenza ci ricorda dei rischi che i corridori prendono per arricchire le vite di quelli come noi che si limitano a stare in piedi e a guardare“.

Condividi