Giro d’Italia, Paolo Bettini e Maurizio Fondriest lanciano un serio allarme

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Paolo Bettini e Maurizio Fondriest, campioni del mondo, lanciano un serio allarme per il ciclismo italiano

Lapresse\ Giorgio Perottino
Lapresse\ Giorgio Perottino

L’ex CT dell’Italbici (dal 2010-2013), Paolo Bettini, lancia un serio allarme. L’ex ciclista, vincitore di 2 mondiali, non vede una crescita del settore giovanile italiano. Anzi, il mondo a due ruote per l’Italia è fermo e non ha nessuna intenzione a muoversi. I giovani sono stressati e gareggiano in corse di ‘serie B’ e non internazionali, eppure l’Italia è stata la patria del ciclismo per diverso tempo. Basti pensare che nel 2002 nella categoria World Tour, il Bel Paese contava ben 12 squadre su 22, mentre oggi nessuna (solo 4 Professional).

Dobbiamo avere l’umiltà di procedere a una riorganizzazione. Non solo del professionismo, ma proprio di tutta la filiera del ciclismo italiano. Le nostre categorie giovanili sono ferme a logiche di 15 anni fa. Di campanile, per esempio, cercando di vincere quante più gare possibili vicino a casa che qualitativamente non dicono molto. Si chiede troppo ai giovani, gli Under 23 corrono tanto, arrivano al Mondiale con quasi il doppio delle gare di un pari-età straniero. Così non c’è crescitaha dichiarato Bettini come riportato da La Gazzetta dello Sport -. Negli ultimi anni ho seguito come consulente le realtà giovanili. Quanto a volume di lavoro, le tabelle di allenamento degli juniores richiamano quelle dei più grandi. E’ di largo uso iniziare con un approccio scientifico già dagli allievi di secondo anno. Insomma, ci siamo capiti”.

Maurizio Fondriest, campione del mondo a Renaix nel 1988, ha la stessa idea di Paolo Bettini. “Il ciclismo è sempre più globale e ci sono meno italiani al via. Poi abbiamo assenze importanti come Aru e il povero Scarponi, che potenzialmente potevano lottare per la vittoria – ha dichiarato Fondriest – Infine, i nostri corridori bravi non mancano, ma spesso sono impiegati a supporto dei capitani. Nibali lotta per vincere la rosa, ma c’è il rischio di non firmare neppure una tappa fino a Milano. Gli italiani non sono spariti, perché ce ne sono tanti anche negli staff di squadroni stranieri”.

Fondriest in questo momento sta lavorando nel settore giovanile italiano. Ecco l’analisi del mentore di Gianni Moscon:con Paolo Alberati, stiamo seguendo otto ragazzi. Tra loro ci sono Nicola Conci, Mattia Bevilacqua (l’anno scorso campione italiano jr, ndr) e Federico Rosati. C’è ancora molto talento tra gli italiani nella categoria junior, poi tanti si perdono per strada – ha concluso – Bisogna farli correre in modo adeguato all’età e al talento. Conta studiare, si può gareggiare solo la domenica senza inseguire mille traguardi: se fai di più, non migliori il tuo fisico. Anzi, rischi di bruciarlo. Per un Sagan che già a 18 anni è superforte è diverso. Ma di Sagan quanti ce ne sono?”.

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