Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Eddy Merckx ha parlato della sua storia e del Giro d’Italia 2017, svelando il suo favorito
Ha fatto la storia del ciclismo mondiale, e ancora continua a farla impreziosendo ogni evento con le sue considerazioni e i suoi punti di vista. Eddy Merckx non è un tipo che si espone molto ma, in occasione della centesima edizione del Giro d’Italia, ha voluto svelare il proprio favorito, puntando su Quintana piuttosto che su Nibali soprattutto alla luce dell’imponente Blockhaus che oggi si presenta davanti ai ciclisti.
“È la mia prima vittoria in salita. Non ero mai arrivato a duemila metri. Anche in quel Giro c’era l’Etna, che avevo superato bene. Ma il Blockhaus era più duro. Non ci fu una grande battaglia. A due chilometri dal traguardo il gruppo di testa era ancora folto, quando è partito Zilioli, che era un uomo di Gimondi. Ha preso cento metri. Mi sentivo bene e sono scattato. L’ho raggiunto e mi sono messo a ruota. A 800 metri dal traguardo, però, ho avuto problemi col cambio e ho perso alcuni metri. Per fortuna Zilioli non se n’è accorto. Ho avuto paura di non poterlo riprendere e ho forzato con tutta le mie forze. L’ho raggiunto, l’ho superato di slancio e l’ho staccato». Merckx vinse con 10” su Zilioli e 20” sulla maglia rosa Pérez Francés, mentre Gimondi, che avrebbe vinto quel Giro, perse 57”. Fu una vittoria storica: mai un belga si era imposto oltre i duemila metri né al Giro, né al Tour”.
Parlando del Giro di oggi, Merckx esprime il suo giudizio: “è la corsa a tappe più bella del mondo. È solo la data a rendere il Tour de France più famoso. Il Tour si disputa a luglio, quando tutti sono in vacanza, il Giro a maggio, quando la gente lavora e i ragazzi vanno a scuola. Lo seguo sempre. Anzi, spero di venire a trovarvi nei prossimi giorni. Il favorito? Nairo Quintana, perché ci sono tante salite. È lo scalatore più forte del campo. Ma, attenzione, Nibali non è stato ancora battuto. Jungels è un corridore molto forte, ma è troppo pesante per le grandi salite. Dovrebbe perdere qualche chilo. Sono convinto, però, che possa diventare un grande corridore“.
Merckx resta innamorato dell’Italia: “è il mio paradiso. Basti pensare alla Sanremo. L’ho vinta nel 1966 a vent’anni e l’ho rivinta dieci anni dopo. Ne ho collezionato sette. Poi ci sono 5 Giri d’Italia e 78 maglie rose. Qui ho vinto la prima classica e il primo grande tour. Ho corso per nove anni per squadre italiane: Faema, Faemino, Molteni. Ho avuto grandi amici: Giacotto, Zilioli, Albani… L’Italia è la mia seconda patria“.