Giro d’Italia, ecco perchè per Nibali dopo il Blockhaus il bicchiere è mezzo pieno: ottime indicazioni e prospettive per lo Squalo

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    LaPresse/Fabio Ferrari
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Giro d’Italia, l’analisi sulla situazione dello “Squalo” Vincenzo Nibali: 5° sul traguardo abruzzese del Blockhaus e anche in classifica generale, può guardare al prosieguo della corsa Rosa con ottimismo e fiducia

Il bicchiere è senza dubbio mezzo pieno. Vincenzo Nibali c’è, è forte, competitivo, al top tra i migliori del ciclismo internazionale. Non è poco, non era scontato dopo quello che è successo alla fine della scorsa stagione. Non era scontato dopo la batosta morale della delusione olimpica, un dramma sportivo. Non era scontato dopo il brutto guaio della caduta di Rio de Janeiro e del successivo intervento. Non era scontato visti i nuovi assetti dati dal cambio di squadra. Eppure Nibali c’è, è sempre lì, nonostante oggi abbia sbagliato a raschiare il fondo per tentare di seguire Quintana (avrebbe perso meno tempo scegliendo la regolarità come hanno fatto con intelligenza gli olandesi Dumoulin e Mollema), ma sappiamo che lo “Squalo” non è un freddo calcolatore e siamo pazzi di lui proprio per la fantasia, la passione, l’imprevedibilità che ha sempre messo su quei pedali. Il suo cuore siciliano, appunto. Alla fine è arrivato sul Blockhaus con 1 minuto esatto di ritardo da Quintana, ha perso 36” da Pinot e Dumoulin, 19” da Mollema. Ma ha guadagnato un minuto e 14” su Zakarin, un minuto e 43” su Kruijswijk che l’anno scorso lo distaccava su ogni rampa in modo abbondante, due minuti e 46” su un altr big come Van Garderen.

LaPresse/ Spada
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Insomma, la prima salita vera ci consegna un Nibali più forte dell’anno scorso, quando poi il Giro l’ha vinto alla fine della terza settimana, sulle ultime due tappe alpine. Sappiamo che lo Squalo crescerà ancora nei prossimi giorni, che a cronometro guadagnerà su Quintana, e di crono ce ne sono due (una Martedì in Umbria e poi quella finale di Milano). Sappiamo che rispetto a Dumoulin e Mollema, potrà fare molto meglio nei tapponi con tante salite rispetto ad una tappa come quella di oggi, breve e facile fino all’ascesa finale, più adatta a corridori con le caratteristiche dei due olandesi che pure meritano rispetto e considerazione. Di Pinot va pesata la regolarità, con Quintana sarà una bella sfida sulle Alpi quando magari sarà Nibali a provare a staccarlo. E lo Squalo c’è, per un Giro bellissimo in cui rappresenta l’unica grande speranza italiana dopo che il nostro movimento ha dovuto tristemente assistere all’infortunio di Aru e alla prematura scomparsa di Scarponi nello scorso maledetto mese di Aprile. Un Giro che sembra altrettanto maledetto, senza vittorie ne’ maglie Rosa per gli italiani (abbiamo avuto Benedetti il primo giorno maglia Azzurra, e oggi Formolo maglia bianca, poi il vuoto sui podi di tutte le prime 9 tappe). Nibali anche stavolta combatterà questa maledizione fino alla fine, con la spinta di tutto il Paese.

Forza, Squalo!

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