Il Milan come un… fratello, Zeman come un padre! A tutto Muntari: “il mio futuro? Da meccanico”

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Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Muntari svela di non vedersi in futuro nel calcio, preferendo diventare… meccanico

Il presente al Pescara, il passato diviso tra Milan e Inter. Nel futuro di Sulley Muntari, però, non c’è posto per il calcio. Il calciatore ghanese, riuscito a vincere la Champions League con i nerazzurri, prevede per sè un futuro… da meccanico “di quelli con le mani sporche di grasso”. Niente patentino da allenatore o direttore sportivo in giro per il mondo, Muntari ha già le idee chiare e le svela nel corso di un’intervista alla Gazzetta dello Sport.

LaPresse/Fabio Urbini
LaPresse/Fabio Urbini

Il Milan Era e resterà sempre la squadra del mio cuore – le parole di Muntari rilasciate nel corso della chiacchierata con la ‘rosea’ – non mi pare nemmeno di essere in ritiro col Pescara, ma di essere arrivato qui col Milan per giocare contro il Pescara… Sarà come giocare contro mio fratello. Salvezza? La vedo fattibile. La salvezza è ancora alla portata e io ho fiducia. Il fatto è che siamo troppo bravi per essere in questa posizione. Con la nostra qualità potremmo stare fra le prime dieci. Oddo è stato bravo, è uno che non urla mai e si fa capire bene. Diventerà un grande allenatore. Zeman invece è come un padre, come l’insegnante delle elementari: basta seguire quello che dice e ti viene tutto facile. Senza nulla togliere a Oddo, se ci fosse stato lui dall’inizio non saremmo dove siamo.

LaPresse/ Valter Parisotto
LaPresse/ Valter Parisotto

Per quanto riguarda gli allenatori che hanno segnato la sua carriera, Muntari svela: “in cima ci metto Spalletti, che a Udine mi ha fatto diventare calciatore. Un maestro. In generale ho buoni ricordi di tutti. Mourinho mi ha dato la possibilità di giocare in una grande e lo ringrazierò tutta la vita; Allegri è stato uno spettacolo, quando era al Milan lo attaccavano tutti e lui restava imperturbabile, trasmettendoci la sua tranquillità. Gol fantasma alla Juve? Anche se lo avessero convalidato probabilmente non sarebbe bastato per lo scudetto. La verità è che loro con Conte si sentivano dei leoni. Poi però rifletto: noi avevamo Ibra, Robinho, Seedorf, Nesta, Thiago.

Jonathan Moscrop
Jonathan Moscrop

Con questa gente puoi giocare anche al 50% e vinci lo stesso, quindi non sono ancora riuscito a darmi una spiegazione. Quello scudetto perso e il fatto di non aver chiuso la carriera al Milan sono i miei rimpianti più grossi. In rossonero avrei potuto fare di più. GallianiNon smetterò mai di ringraziarlo: poteva cancellarmi il contratto e invece mi ha aspettato e curato come un figlio. Aveva a che fare con tanti campioni, io in fondo chi cavolo ero? Galliani è l’emblema del calcio nel mondo, ha dato da mangiare a me e a tante altre famiglie. Il pallone senza di lui è come il pallone senza Totti e Buffon. Faccio fatica nel pensare a un Milan in mani straniere. Magari faranno come all’Inter, dove qualcuno dei “vecchi” in qualche modo è rimasto. Spero che in Europa ci vadano tutte e due. Se devo scegliere… l’Inter mi piace, ma tifo Milan. Comunque non è vero che mi sono lasciato male con i nerazzurri. C’erano un paio di persone che non mi piacevano. Nessun rancore: lì ho vissuto il momento più alto della carriera, con la conquista della Champions.

muntariPer quanto riguarda il futuro, Muntari sembra avere le idee chiare: “non bevo e non fumo, quindi gioco ancora 6­7 anni e poi mi tolgo del tutto dal calcio. Non mi immagino né allenatore né dirigente. Ho un paio di concessionarie auto, ma sapete come mi vedo? Meccanico, di quelli con le mani sporche di grasso, a smanettare sotto le macchine. Ora però pensiamo a salvarci. Poi mi scadrà il contratto e sarà difficile che resti a Pescara. La mia famiglia è a Milano, mio figlio ha 18 mesi e io voglio vederlo tutti i giorni.

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