Alessandro Vanotti racconta a SportFair la sua nuova vita e incoraggia Aru: “ci farà godere al Tour” [FOTO]

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SportFair

Alessandro Vanotti, ex corridore dell’Astana, ha raccontato a SportFair la sua nuova vita dopo il ritiro e incoraggia il suo ex compagno di squadra Fabio Aru a non mollare

alessandro vanottiAlessandro Vanotti è stato un valido ciclista. Il bergamasco l’anno scorso ha concluso la sua stagione in sella all’Astana. Vanotti in questi anni ha dimostrato il suo valore vincendo la crono squadre nel 2007 al Giro d’Italia, la crono squadre alla Vuelta di Spagna nel 2008 e nel 2013 con Vincenzo Nibali come compagno di squadra sempre nell’Astana. Ha vissuto 13 stagioni da professionista pedalando con cinque squadre: De Nardi, Domina Vacanze, Milram, Liquigas e Astana vincendo una tappa personale (una tappa della Settimana Lombarda nel 2007) Appesa la bici da professionista al chiodo, l’ex corridore è rimasto nel mondo a due ruote. Vanotti si è raccontato ai microfoni di SportFair parlando dei suoi progetti, della stagione 2017 di ciclismo e ha augurato a Fabio Aru messaggi di incoraggiamento.

Come procede la sua nuova avventura lontano dal ciclismo agonistico?

“La mia vita, dopo 13 anni da professionista, ha degli aspetti positivi, perché a Gennaio 2016 avevo iniziato, in silenzio e dietro le quinte, a creare il progetto VANOTTI CYCLE CAMP con il mio socio Marco Casadio Strozzi. Sono diventato imprenditore a tutti gli effetti e ieri la società è stata registrata dal notaio. Sto frequentando corsi di formazione aziendale ecc.., poi, dato che ho smesso in anticipo, abbiamo accelerato il tutto e devo dire grazie all’Azienda SMS SANTINI per avermi voluto come loro Ambassador e per aver sponsorizzato VANOTTI CYCLE CAMP. Sarà un’azienda, dove la mia immagine sarà la base di tutto per lavorare con gli sponsor e i clienti. A breve ci sarà un nuovo sponsor tecnico di altissima qualità che condividerà il progetto ed a seguire altri sponsor di Bergamo e anche fuori provincia i quali ringrazio per la fiducia. Il progetto è ampio e dal nostro ufficio a Bergamo, in via Borgo Palazzo, stiamo assimilando lo schema per diventare testimonial di sponsor, eventi importanti nel territorio di Bergamo e in Italia, creeremo un Team di amatori, ci appoggeremo a Bike Hotel per iniziare a studiare e organizzare i CAMP da 7 giorni, 3 giorni e 1 giorno per far rivivere agli appassionati la sensazione di stare con un Professionista e fare parte di un Team. Insomma tante cose da sviluppare. Abbiamo scelto alcune regioni d’Italia e a breve comunicheremo con che strutture collaboreremo”.

Le mancano le corse?
“Le corse mi mancano eccome! L’adrenalina e tutta la preparazione del ciclista a 360 gradi mi piaceva molto. Lavoravo come un pazzo e le sensazioni che avevo erano buone, mi sentivo più forte di prima, peccato veramente. Ma sono felice ugualmente, ringrazio di cuore l’agente Marco Piccioli che in extremis a tentato di salvarmi la carriera, se mi fossi mosso a Giugno con lui sicuramente avrei continuato altri 2 o 3 anni. L’avessi incontrato prima il mio valore sarebbe rimasto invariato perché sa distinguere il valore dei corridori. È un grande uomo che ha la mia più totale stima”. 
In questo 2017 ci sono bellissimi duelli. Valverde Vs Contador e Sagan Vs Greg Van Avermaet. A fine anno chi sarà secondo lei il vincitore delle sfide?
“E che sfide! Li ammiro tutti e quattro! Sono da applausi perché corrono con entusiasmano per i tifosi e la sfida, secondo il mio parere, per l’età  l’ha vinta Valverde che per classe, potenza, astuzia e intelligenza è un vero fenomeno”. 
Mancano poche settimane al Giro d’Italia, qual’è la tappa che deciderà la classifica generale?
“Non saprei è  troppo difficile dare un giudizio ora, la differenza la fanno i corridori e le squadre non le tappe. Magari quella dello Stelvio, essendo l’inizio della terza settimana, può restare indigesta a qualcuno se attaccano già dalla prima scalata. Altra osservazione alla fine il Giro si farà sentire nelle gambe l’ultima settimana perché affronteranno inizialmente 6 tappe totali sulle due isole”.
Lei è stato compagno di squadra di Fabio Aru. Cosa consiglia al ciclista out dal Giro d’Italia causa infortunio?
“Fabio è un campione con la C maiuscola. Abbiamo vinto la Vuelta Espana 2015 insieme e a vederlo scattare in salita mi faceva venire la pelle d’oca. È una qualità che hanno solo Contador e Quintana. Innanzi tutto gli sono vicino, l’unica cosa che posso raccomandargli, dato che ho vissuto sulla mia pelle alcuni infortuni quindi so cosa vuol dire ripartire fisicamente e mentalmente,  è quella di stare in primis con le persone che gli vogliono bene e che credono in lui. Poi resettare tutto per il nuovo obbiettivo senza voltarsi mai e pensare alla delusione del Giro. Quindi step by step, un mattone alla volta, senza mai saltarne uno e le sue sensazioni in allenamento saranno più fondamentali di ogni altra cosa e sono sicuro che al Tour de France ci farà godere in TV. Lo chiamerò presto”. 
Gianni Moscon e Daniel Oss sono stati grandi protagonisti alla Parigi-Roubaix. Il duo sarà il futuro dell’Italia nelle classiche di pavè? 
“Finalmente ci voleva! Di Moscon ne avevo sentito parlare bene, e quando lo vidi attaccare nelle tappe in Inghilterra l’anno scorso con la pioggia e il vento mi sono detto che motore, grinta e carattere ha questo ragazzo, fenomenale. A Daniel Oss dai tempi della Liquigas gli ho sempre detto che lui può vincere la Parigi-Roubaix, anzi deve vincerla. È forte a classe, ha un’immagine che spacca quindi speriamo che diventi il capitano alla BMC o altrove perchè lo merita”. 
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