La Colombia domina il mondo della bicicletta: ciclismo internazionale in ginocchio dei sudamericani, da Quintana a Henao che hanno iniziato il 2017 vincendo le due prime corse a tappe, rispettivamente la Tirreno-Adriatico e la Parigi-Nizza
Suona la cumba in gruppo: l’inizio della stagione ciclistica 2017 ha incoronato la Colombia come nazionale assolutamente leader della strada. I segnali li avevamo già avuti negli scorsi anni, e l’impressione è che quanto visto nei giorni scorsi alla Tirreno-Adriatico con la vittoria di Nairo Quintana e alla Parigi-Nizza con il trionfo di Sergio Henao sia solo l’inizio. Intanto in Colombia sono impazziti: tutti i principali quotidiani celebrano i loro campioni per i trionfi sulle gloriose strade europee. Un momento storico per lo sport sudamericano, che mai prima aveva avuto ciclisti così competitivi.
Quintana ha vinto la Tirreno-Adriatico da vero dominatore, e proprio lui che fino allo scorso anno era rimproverato di non attaccare mai, stavolta sui muri di Fermo dopo aver conquistato la maglia Azzurra sul Terminillo, ha attaccato addirittura per difendersi. Il vincitore della Vuelta di Spagna 2016 e del Giro d’Italia 2014, già tre volte sul podio del Tour de France (2° nel 2013 e nel 2015, 3° nel 2016) adesso punta tutto sulla doppietta Giro-Tour.
Henao, invece, ha vinto la Parigi-Nizza, la prima corsa a tappe che correva da Capitano. Pensate che l’anno scorso, sempre da gregario, è arrivato 16° al Giro d’Italia e 12° al Tour de France. Che lusso per il Team Sky! Proprio Henao era in fuga insieme a Nibali sulla discesa finale della prova in linea alle Olimpiadi di Rio De Janeiro e ha visto sfumare la vittoria per la caduta fatale allo Squalo dello Stretto.
Ma la Colombia che domina il ciclismo non è certo solo quella di Quintana ed Henao: dietro le due punte di diamante c’è la forza di tutto un movimento in grande ascesa. C’è Rigoberto Urán, ancora ad altissimi livelli (8° alla Tirreno-Adriatico), dopo i secondi posti conquistati al Giro d’Italia nel 2013 e nel 2014. C’è Jarlinson Pantano, 17° alla Parigi-Nizza dopo il grande Tour de France 2016. C’è Egan Bernal, giovanissimo, 20 anni appena compiuti, 16° alla Tirreno-Adriatico e vicinissimo alla maglia bianca di miglior giovane. Un grande talento per il futuro. E non possiamo certo dimenticare Esteban Chaves, 2° al Giro e 3° alla Vuelta lo scorso anno (quest’anno non sarà al Giro, correrà Tour e Vuelta). Non solo uomini di classifica per la Colombia. Fernando Gaviria, vincendo la penultima tappa della Tirreno-Adriatico, si è confermato uno dei migliori velocisti del mondo.
E tutti gli altri? Ad emozionarci (e sorprenderci!) più di tutti è stato il “pistolero”, Alberto Contador: alla Parigi-Nizza ha sfiorato l’impresa e ha dato spettacolo. E’ pronto a un’altra stagione da grande protagonista e il suo obiettivo sarà vincere il Tour de France dove andrà a sfidare Chris Froome che come di consueto si allena lontano dai riflettori. Molto bene anche Adam Yates e Ilnur Zakarin che rispettivamente alla Tirreno-Adriatico e alla Parigi-Nizza hanno confermato le grandi performance dello scorso anno e certamente saranno competitivi tra i big per la vittoria finale del Giro d’Italia, a cui parteciperanno entrambi con ambizioni di successo.
Per l’Italia note in chiaroscuro. I due rivali amici, Nibali e Aru, devono ancora lavorare molto per entrare in forma. Lo Squalo dello Stretto, dopotutto, s’è fatto vedere praticamente ogni giorno alla Tirreno-Adriatico, in solitaria e con la squadra. La grande incognita “Bahrain-Merida” è invece già una realtà solida, circostanza anomala per il ciclismo moderno: il neonato club arabo voluto e finanziato dal principe Nasser bin Hamad Al Khalifa, è già al top del ciclismo internazionale. Con Sonny Colbrelli è arrivata la prima bellissima vittoria di tappa alla Parigi-Nizza, molto bene anche Jon Izagirre sulle strade francesi (7° nella classifica generale), mentre Giovanni Visconti ha scortato Nibali così bene da evitare il rimpianto dell’ottimo Scarponi, unico elemento che poteva alimentare nei tifosi dello Squalo un briciolo di nostalgia del caos Astana.
C’è anche Elia Viviani, subito competitivo in volata su strada dopo la meravigliosa medaglia d’oro di Rio de Janeiro in pista. La grande conferma (ma non avevamo alcun dubbio) è Peter Sagan, campione sempre più amato per il suo modo di correre (e vincere) e di divertire.
Infine i due acerrimi rivali francesi: rimandato Romain Bardet che aveva scelto la Parigi-Nizza ma è finito subito a casa dopo una “trainata” dall’ammiraglia, bene Thibaut Pinot terzo sul podio della Tirreno-Adriatico.
Sarà un 2017 bellissimo, sulle note della Cumba che domina il peloton.