L’Italia dei cavernicoli contro Starbucks, l’idiozia retrò dei “No-Global” si sfoga sul web ed è lo specchio di un Paese malato

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Starbucks apre in Italia e si scatenano le polemiche dei soliti cavernicoli ed arretrati che si scagliano contro il colosso del caffè americano

Starbucks sbarca in Italia e il Bel Paese lo accoglie nel modo peggiore possibile. Retrogradi e cavernicoli in preda ad un’isterica crisi di nervi si sfogano sui social: “bar e ristoranti chiudono? Colpa dei colossi che invadono le nostre città come Starbucks; Crisi economica e finanziaria? Colpa di Starbucks che apre a Milano e farà chiudere tutte le caffetterie del circondario. Globalizzazione? No grazie, noi preferiamo i baretti di provincia con le sedie pieghevoli e i caffè corretti!”.

Coloro che dicono questo, nella maggior parte dei casi sono gli stessi che si siedono sulle seggioline scomode di McDonald gustando panini dalla dubbia provenienza, che spendono soldi in catene di abbigliamento low cost e che bevono a fiotti Coca Cola acquistata in offerta al discount. Non possiamo criticare a priori sempre, non possiamo ogni volta fare la figura dei cavernicoli e poi lamentarci che l’economia dell’Italia sta arretrando e che non c’è lavoro per i giovani. Non possiamo confrontarci e voler essere come la Germania se vogliamo discostarci dai grandi colossi che abitano le città di tutte le capitali europee tranne che le nostre. Sveglia Italia!

Se invece di lamentarci del concorrente che fa il caffè che non è buono come quello preso vista Vesuvio a Napoli, facessimo un mea culpa ed aggiornassimo i nostri coffee shop ammodernandoli con sale wi-fi, servizi più veloci e poltroncine più comode? Se prendessimo il meglio di Starbucks, invece di mettere in atto le solite vecchie critiche? Se ci migliorassimo noi senza pensare agli altri? Se fossimo un po’ meno cavernicoli e un po’ più votati al cambiamento? Se guardassimo avanti invece di pensare all’identità di uno Stato che questa identità la potrebbe di certo mantenere anche accogliendo nuove idee? Perchè riusciamo a cogliere sempre il peggio delle cose e mai il lato positivo? E soprattutto, secondo quale assurda legge o teoria dovremmo vietare a Starbucks di aprire in Italia? Se sarà un fallimento lo decideranno proprio gli italiani, ma in un mondo libero e democratico è giusto che ognuno faccia il proprio corso.

Proprio come quelle palme in piazza Duomo, così belle e così criticate.

La risposta migliore è quella di Frank Lesì, che con un commento brillante ha risposto a Cazzullo che sul Corriere esprimeva in modo molto pesante le proprie perplessità sullo sbarco di Starbucks in Italia: “come sempre, il mercato deciderà se la scelta è vincente o meno. Nel mentre, chi ci vuole andare da Starbucks andrà (come me), e chi no non ci andrà. L’Italia è piena di McDonald’s, ma i ristoranti e le pizzerie non ne hanno risentito“. Perchè nella giungla dell’idiozia che popola la rete, qualche mente geniale si trova. Anche se in realtà si tratta di semplici ragionamenti normali, ovvi e banali, ma che in questa melma di idiozia riescono a spiccare per eccelsa saggezza.

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