In una stagione con pochi sorrisi, le uniche luci sono Mchedlidze e Saponara, deludono invece Gilardino e Josè Mauri: promossi e bocciati in casa Empoli
Nonostante una stagione abbastanza deludente, ad una giornata dal giro di boa, l’Empoli mantiene un vantaggio rassicurante sulla zona retrocessione, tenendo a debita distanza le ultime tre della classe. Una situazione che, tuttavia, non può piacere a Martusciello, il cui attacco continua a stentare sotto porta. Sono solo dieci i gol segnati dagli azzurri dopo diciotto giornate, un po’ poco per una squadra che può contare su Maccarone, Gilardino, Mchedlidze e Saponara. La salvezza resta per adesso in cassaforte, ma l’Empoli farebbe bene a non abbassare la guardia.
Promossi
Levan Mchedlidze – Una prima parte di stagione in ombra, una chiusura d’anno scoppiettante. Levan Mchedlidze si è svegliato nel momento giusto, stendendo il Cagliari con una doppietta e mettendo paura all’Atalanta con un gol tanto bello quanto inutile. Sono tre le reti in sette presenze per il georgiano che, visto il digiuno dei suoi colleghi di reparto, potrebbe prendersi presto una maglia da titolare.
Riccardo Saponara – Il primo a scendere in campo, l’ultimo a mollare. Il capitano azzurro è senza dubbio l’uomo in più di una squadra che continua a stentare e a non trovare il bandolo della matassa. Due gol in sedici presenze raccontano poco l’incidenza di Saponara sul gioco dell’Empoli, ma state certi che il numero 8 azzurro resta sempre il motore della squadra di Martusciello.
Bocciati
Alberto Gilardino – Arrivato a parametro zero la scorsa estate, l’ex attaccante del Palermo avrebbe dovuto far compiere all’Empoli quel salto di qualità che ancora, purtroppo, non è arrivato. Zero gol a Natale sono un po’ pochi per un giocatore che ne ha fatti più di cento in serie A.
Josè Mauri – Preso in prestito dal Milan per alzare il tasso tecnico del centrocampo azzurro, Josè Mauri non è mai riuscito a prendere in mano la squadra, perdendosi spesso in prestazioni davvero deludenti. Urge un cambio di rotta, anche perchè i colleghi in panchina cominciano a scalpitare.