L’analisi condotta dalla UEFA sulle squadre del calcio europeo: ricavi e introiti in netto aumento

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La Uefa ha analizzato le squadre europee dal punto di vista dei ricavi, costi di gestione e introiti analizzando le tendenze dal 2015 ad oggi

LaPresse/Spada
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La presente relazione mostra enormi riduzioni delle perdite in seguito all’introduzione del fair play; investimenti record di capitali e per gli stadi da parte dei club; aumento dei ricavi dei club anno dopo anno. Inoltre, questa relazione prova, di là da ogni dubbio, che il fair play finanziario ha rivoluzionato la finanza nel calcio – gli utili operativi totali hanno raggiunto la cifra di 1,5 miliardi di euro negli ultimi due anni, a fronte della perdita di 700 milioni di euro verificatasi nei due anni immediatamente precedenti all’introduzione del requisito del pareggio di bilancio.

I ricavi dei club di calcio sono in aumento da venti anni consecutivi, raggiungendo attualmente quasi 17 miliardi di euro per i club delle maggiori serie europee:

I ricavi dei club sono attualmente più che raddoppiati rispetto al 2004 e quasi sestuplicati rispetto al 1996. Negli ultimi venti anni i ricavi dei club europei sono aumentati ogni anno, con un tasso medio di crescita del 9,3%. Il raggiungimento di questo livello e della consistenza della crescita a lungo termine costituiscono dati straordinari, specialmente considerando che si tratta di un’attività di lunga data, con alcuni campionati che esistono da oltre cento anni. Ciò rappresenta una conferma dell’aumento di interesse verso il calcio europeo e del suo ottimo stato di salute.

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Dall’introduzione del fair play finanziario si è riscontrata una riduzione significativa del numero di club europei che registrano delle perdite, in particolare negli eccessi di bilancio, e il numero di club con una perdita di oltre 45 milioni di euro in un solo anno è sceso da undici nell’esercizio 2011 a quattro nell’esercizio 2015;

  • In generale, i club europei operano sempre più su una base finanziaria sostenibile e le perdite complessive sono state decurtate dell’81% a partire dalla piena introduzione del fair play finanziario, passando da 1,7 miliardi di euro nel 2011 a poco più di 300 milioni di euro nel 2015;
  • Le situazioni finanziarie dei club di calcio europei si sono rafforzate: l’indebitamento netto calcolato in percentuale ai ricavi è sceso dal 65% del 2009 al 40% del 2015.
LaPresse/EFE

Il calcio europeo gode di un livello di investimenti mai raggiunto prima: 58 nuovi stadi di club tra il 2014 e il 2017, a fronte dei 23 del quadriennio precedente. Nel 2015 i club hanno investito 996 milioni di euro in nuove immobilizzazioni materiali, principalmente in stadi e in strutture e impianti per gli allenamenti: un miglioramento rispetto ai 670 milioni investiti nell’anno precedente. Ciò ha contribuito alla crescita più veloce (7%) del valore delle immobilizzazioni materiali iscritte in bilancio da quando si è iniziato a tenere registri dettagliati. Dall’introduzione del requisito di pareggio di bilancio FFP (2011-2015), il valore delle immobilizzazioni materiali iscritte in bilancio ha visto un aumento di 1,3 miliardi di euro, principalmente in stadi, impianti per allenamenti e altre infrastrutture.

I campionati delle “Big 4” (Inghilterra, Germania, Italia e Spagna) sono stati responsabili dell’81% del totale delle spese di trasferimento delle massime:

  • divisioni nell’esercizio 2015, con un aumento notevole della concentrazione delle spese di trasferimento rispetto al record precedente del 72% (esercizio 2014);
  • Complessivamente, i 20 club inglesi di massima divisione hanno di nuovo riportato ricavi superiori a tutti gli altri 597 club delle 48 federazioni minori membri della UEFA. 
LaPresse/PA

I ricavi continuano a crescere a livelli record, ma aumentano anche le disuguaglianze, come la crescita dei cosiddetti super club che suscitano interesse a livello mondiale. Negli ultimi sei anni, i 15 maggiori club europei hanno totalizzato la ragguardevole cifra di 1.514 miliardi di euro in sponsorizzazioni e proventi commerciali (con un incremento del 148%) a fronte dei 453 milioni di euro ottenuti dagli altri circa 700 club europei di massima divisione (con un incremento del 17%).

Gli introiti provenienti da tutte le altre fonti, incluse le TV, i premi in denaro della UEFA, gli incassi al botteghino e altre entrate, sono invece cresciuti a un tasso simile per questi 15 club maggiori (con una crescita del 45%) e per gli altri circa 700 club europei (con una crescita del 37%). Per i 9 club maggiori i proventi commerciali e da sponsorizzazioni superano adesso di gran lunga quelli da diritti televisivi (di 1,6 volte). Per i rimanenti 30 maggiori club i proventi commerciali e da sponsorizzazioni sono ancora indietro rispetto a quelli provenienti dai diritti televisivi (0,7 volte).

Martin Rickett

È importante notare che tale crescente disuguaglianza nei proventi commerciali non è una conseguenza del fair play finanziario, ma il risultato della crescente globalizzazione, dell’aumento dello sfruttamento commerciale del calcio per generare ricavi e della capacità dei club di far leva sulla propria risonanza globale. Le sponsorizzazioni e i dipartimenti commerciali dei circa dodici “super club mondiali” sono in espansione e le partnership commerciali e di sponsorizzazione vengono sempre più suddivise e segmentate in un numero ancor maggiore e più redditizio di contratti. Ciò permette a quei “super club mondiali” di monetizzare le proprie basi di sostenitori, che è diffuse in tutto il pianeta e cui si può più facilmente accessibili grazie ai social media di quanto sia mai stato possibile in passato attraverso le strategie di marketing tradizionali. Queste basi di sostenitori registrano una crescita inesorabile, stimolata dai giocatori più in vista, dai tour mondiali e dalla partecipazione regolare alle fasi a gironi della UEFA Champions League).

Altre tendenze individuate e documentate nella relazione

Governance e struttura del calcio nazionale

  • Sono sempre più diffuse le restrizioni dei prestiti (adottate da 15 campionati), considerate un mezzo per prevenire l’accaparramento dei giocatori e/o proteggere l’integrità delle competizioni;
  • i limiti alle rose sono ora comuni in tutta Europa (28 paesi), ma non esiste un approccio comune (sono state identificate 15 varianti);
  • 52 coppe nazionali non usano più rigiocare le partite finite in pareggio, a eccezione di Inghilterra, Repubblica d’Irlanda e Scozia;
  • a causa della pressione degli eventi sportivi, solo 11 dei 55 paesi europei hanno una seconda competizione di coppa nazionale;
  • è diffusa la presenza di norme specifiche per giocatori allenati a livello locale (23 paesi) e di norme nazionali (38 paesi), con molte varianti.
LaPresse/Reuters

Allenatori e giocatori

  • In ciascuno dei 60 campionati europei analizzati nella presente relazione è stato sostituito almeno un allenatore;
  • la percentuale degli allenatori sostituiti nei 90 campionati globali analizzati dalla UEFA è rimasta costantemente alta nelle ultime 4 stagioni e nel 2015 il 63% dei club ha cambiato allenatore;
  • gli allenatori italiani e serbi sono quelli maggiormente presenti, poiché si trovano rispettivamente 15 allenatori italiani e 14 serbi nei diversi campionati;
  • una maggioranza davvero forte dei talenti globali (in base al valore di mercato stimato), l’82%, si concentra nei campionati europei e il 48% di loro giocano in Inghilterra, Germania, Italia o Spagna;
  • la Premier League inglese ha quasi il 70% di giocatori stranieri, è di gran lunga la percentuale più alta.

Tifosi

  • LaPresse/Belen Sivori

    Nella stagione 2015/2016 oltre 170 milioni di spettatori erano presenti alle partite di campionato europee, di cui 55 milioni erano gli spettatori delle partite in Inghilterra e in Germania;

  • il numero degli spettatori europei è aumentato di ben 2,6 milioni durante l’ultima stagione e 14 campionati hanno registrato il maggior numero di presenze da oltre 10 anni a questa parte;
  • nel 2016 i siti web ufficiali di 29 club sono stati visitati ogni mese da oltre 1 milione di sostenitori; tra essi figurano 7 club inglesi, 5 tedeschi, 15 di altri paesi europei e 2 di paesi extraeuropei.

Stadi e loro sviluppo

  • LaPresse Valter Parisotto

    240 su 365 dei maggiori progetti per stadi mondiali (all’aperto e con oltre 5000 posti) degli ultimi 10 anni sono legati al calcio;

  • dal 2007, il maggior numero di nuovi grandi progetti per stadi in Europa sono stati iniziati da Turchia (18), Polonia (14) e Russia (14);
  • la tendenza a costruire nuovi stadi in Europa è in notevole ascesa; tra il 2013 e il 2017 è stata pianificata la costruzione o ricostruzione di 58 stadi di club, rispetto ai 23 stadi tra il 2008 e il 2012.

Proprietà e sponsorizzazioni dei club

  • LaPresse/Valerio Andreani

    44 club dei maggiori campionati europei sono attualmente in mani estere, con proprietari di 18 nazionalità diverse;

  • il 2016 è stato l’anno in cui è avvenuto il maggior numero di acquisizioni di club da parte di soggetti stranieri; 10 nuove acquisizioni sono state portate a termine entro novembre, di cui 8 con nuovi proprietari cinesi;
  • le proprietà estere sono ancora concentrate prevalentemente in Inghilterra, dove più della metà dei club dei due campionati maggiori hanno adesso proprietari stranieri;
  • i diritti di denominazione commerciale si applicano al 25% degli stadi di club europei, ma sono in aumento e sono comuni soprattutto in Germania e Danimarca, dove oltre la metà degli stadi hanno contratti per diritti di denominazione commerciale;
  • i tre maggiori produttori di kit (Adidas, Nike e Puma) riforniscono poco meno della metà delle squadre europee dei campionati maggiori;
  • al contrario, le sponsorizzazioni delle maglie vedono un basso livello di concentrazione, infatti solo il 6% degli sponsor appaiono sulle maglie di più di un club.
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