Ciclismo, il futuro dell’Italia nella ‘pedalata’ di Filippo Ganna: “la crono iridata non brucia”

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Il ciclismo su pista è nelle mani di Filippo Ganna. Il neo pro racconta la sua stagione fatta di trionfi e scottanti sconfitte come quella delle Olimpiadi di Rio2016

LaPresse/Reuters
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Se Elia Viviani è il presente, Filippo Ganna è il futuro del ciclismo su pista. Il neo professionista quest’anno ha fatto gioire l’Italia grazie alla conquista della maglia iridata nell’inseguimento disputata a Londra (a 40 anni dall’ultima vittoria di Francesco Moser) e neanche 2 mesi dopo, ha dominato la Roubaix under 23 (primo italiano a vincere la corsa). Una stagione che gli  ha visto vincere anche l’oro nella categoria 4 chilometri agli Europei giovanili, nonché la conquista della medaglia d’argento nella crono continentale.

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Grazie a questi risultati, Filippo Ganna è passato alla Lampre Merida (futura UAE Abu Dhabi) ed è giunto nel grande ciclismo professionistico. È considerato il ‘futuro’, ma deve migliorare molto per raggiungere i grandi del mondo a due ruote. Ganna parla della sua stagione appena conclusa: è stato tutto un divertimento. Penso all’Olimpiade, con Consonni e gli altri: anche quando tutto era finito, noi eravamo ancora nel velodromo a ‘fare del circo’, – ha dichiarato Ganna come riportato da La Gazzetta dello Sport – Ci sono stati anche momenti difficili, come il Mondiale di Doha, su cui puntavo molto. Ma ho centrato il 90% dei risultati, la crono iridata non brucia”.

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