Usain Bolt a 360° dopo l’anteprima del docu-film I Am Bolt: le sensazioni e i progetti futuri dell’atleta giamaicano
E’ stato proiettato ieri in anteprima in diverse città del mondo il docu-film di Usain Bolt, I Am Bolt, nel quale l’atleta giamaicano si racconta a 360°, dai duri allenamenti ai suoi più grandi successi.
L’uomo più veloce del mondo ha guardato il suo film a Londra, città che ama soprattutto grazie agli ori conquistati alle Olimpiadi 2012. Proprio nella capitale inglese Bolt ha deciso di chiudere la sua carriera, con i Mondiali 2017, dopo i quali però non ha intenzione di fermarsi con lo sport: “dopo Londra voglio provare a misurarmi con il calcio. È la mia grande passione. La prima partita che ho visto era una gara del Manchester United e per questo tifo per i Red Devils. Il mio idolo è il centravanti olandese Ruud Van Nistelrooy. Vorrei giocare in attacco, sfruttando la mia velocità, nella consapevolezza che in ogni caso il calcio non è l’atletica“, ha raccontato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport, confermando le voci sulla possibilità di giocare al Borussia Dortmund. Inoltre l’uomo più veloce del mondo non esclude un futuro nell’atletica: “mi piacerebbe ricoprire un ruolo di ambasciatore, per contribuire a promuovere il mio sport nel mondo. Ho già cominciato a parlarne con il presidente della federazione internazionale, Sebastian Coe. Nel mio futuro vorrei anche dedicarmi alle mie attività di solidarietà. Sono un impegno importante”.
In molti pensano che la scelta di Bolt di girare un film su se stesso sia egocentrica, ma dietro questa decisione c’è un motivo ben preciso: “la ragione è molto semplice: volevo mostrare che cosa ci sia dietro ai miei successi. Mi sono impegnato a fondo per arrivare in alto. Mi sono allenato anche alle 5 del mattino“.
“Voglio lasciare molte cose. I ricordi dei miei successi. I miei gesti. La passione e il sacrificio che sono la vera chiave delle mie vittorie. Io amo profondamente l’atletica“, ha concluso l’atleta giamaicano.