Così l’architetto Gregotti e i Mondiali del 1990 hanno rovinato lo stadio Marassi, uno dei più belli d’Italia
Lo stadio Luigi Ferraris venne intitolato al capitano del Genoa nel 1933. “A long long time ago”, come direbbero gli inglesi che col Genoa hanno un rapporto molto stretto. Lo stadio Luigi Ferraris è anche detto “Marassi”, dal nome del quartiere in cui si trova. Lo stadio Marassi-Ferraris era uno degli stadi più belli e più caldi dello stivale italiano. Il suo prato a schiena d’asino (con una leggerissima ma fondamentale pendenza dal centro verso i lati, così da consentire all’acqua piovana di trovare la sua naturale via d’uscita senza allagare il campo tutto) era uno dei più belli sui quali avere l’onore di giocare. Poi arrivò Italia 90, con i suoi Mondiali, con le sue ristrutturazioni degli stadi (chissàpoiperchè?), con i progetti pensati da importanti architetti (che però, in uno stadio, non ci avevano mai messo piede né mai ce lo metteranno).
Ecco che arrivò quindi l’architetto Vittorio Gregotti, che “rivoluzionò” il Ferraris da par suo. Il risultato è che dal 1990 lo stadio di Genova appena cadono 2 gocce d’acqua si allaga, che i tifosi “ospiti” vengono relegati come bestie in pericolose “gabbie”, che buona parte delle “idee” dell’architetto sono state nel tempo abortite e trasformate in altre destinazioni d’uso. Praticamente, dal 1990, Marassi, da stadio modello, è diventato un incubo. Prima era uno degli stadi più belli d’Italia con un prato a schiena d’asino invidiato anche dagli inglesi. Grazie al Mondiale e ai suoi progetti, tutto questo è solo un ricordo.Quando si dice che “le Olimpiadi a Roma” si dovevano fare, occorre prima pensare a quanto ci ha lasciato in eredità un orrore organizzativo come quello dei Mondiali del 90. Potrebbe essere un utile esercizio.