Il morso di Boateng: “Ronaldinho meglio di Maradona. Milan? Quando non faceva festa la notte…”

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Boateng torna a parlare della sua esperienza al Milan e svela alcuni particolari inediti dell’ex compagno di squadra Ronaldinho

LaPresse/Spada
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Boateng racconta RonaldinhoBerlusconi è una persona del cuore, se leggiamo i giornali non dicono il vero. Per me è stato una persona molto rispettosa e molto divertente e se vinci quello che ha vinto lui, se non sei una persona serena, non puoi arrivare a questi livelli. Ma lui lo fa sempre con il sorriso e questa è la sua forza”. Kevin Prince Boateng, intervistato da Fox Sports per lo speciale ‘Il Prince di Las Palmas’, in onda stasera alle 21 e in replica domani alle 18.30 e alle 00.30 e lunedi’ alle 14.30, descrive così il suo ex presidente. Al Milan il centrocampista ghanese, oggi al Las Palmas,è legato da tanti bei ricordi ma se dovesse sceglierne tre, non avrebbe dubbi: “il primo quando abbiamo vinto lo Scudetto, il secondo il gol contro il Barcellona e il terzo quando ho fatto Michael Jackson a San Siro. Ho pensato tantissimo prima di andare via dal Milan, è una squadra del mio cuore ma per me in quel momento era la cosa giusta da fare“.

LaPresse/Xinhua
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Boateng racconta Ronaldinho – Fiero del fratello Jerome (“è nella top3 dei difensori più forti. Lui e Thiago Silva i più forti in assoluto. Se giocano insieme non prendono neanche un gol. E ne fanno 4 o 5″), Boateng rivela che “Ronaldinho è il più forte giocatore con il quale ho giocato. Anche se quando arrivò al Milan non aveva tanta voglia o era stanco e non era più il Dinho di una volta. Ma quando voleva faceva vedere quello che sapeva fare. Quel giorno al mese che aveva voglia faceva vedere a tutti che era il miglior giocatore del mondo. Piu’ di Zidane, di Pelè e Maradona. Se giocavi sei contro sei nella partitella in allenamento ed eri in squadra con lui e lui aveva voglia, vincevi sicuramente. Se non si era divertito la sera prima e aveva dormito diceva: oggi faccio tunnel a tot giocatori facendo nome e cognome. E li faceva. Voleva colpire 3 volte la traversa. E lo faceva. Qualche volta dopo allenamento ci siamo seduti sul prato e lui faceva i numeri col pallone per 10 minuti. Ci chiedevamo come fosse possibile ci fosse così tanto talento in un corpo di un metro e 80. Era incredibile”. Boateng è anche un simbolo della lotta al razzismo. “Ma non cambierà mai niente, e’ una battaglia che non va combattuta solo un giorno, ma day by day. Nessuno ha fatto quello che ho fatto io contro il razzismo. Mi hanno tolto anche dallo spot della Champions. Questo mi fa ridere”. (ITALPRESS).

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