Giro d’Italia 2017, sarà una corsa bellissima: tutt’Italia per l’edizione del Centenario
Edizione numero 100. 3572 chilometri. 21 tappe. Quindici le regioni italiane attraversate, su un totale, da ricordare per chi non sapesse esattamente quante regioni conta l’Italia, di 21. Partenza il 5 maggio del napoleonico “ei fu” messo in poesia dal Manzoni nel 1821. Arrivo a Milano il giorno 28 di maggio. È il centenario del Giro d’Italia, e siamo di fronte a un capolavoro. Diciamolo senza dubbi: “è un gran bel Giro, e un ottimo modo di celebrare e festeggiare un evento importante come la gara ciclistica che unisce le genti d’Italia e i loro territori!” Siamo di fronte a un Giro d’Italia i cui tracciati e le cui altimetrie, disegnati dalla squadra di Mauro Vegni (che qui regala un esempio di come l’italica professionalità, quando vuole, non sia seconda a nessuno), promettono battaglie e spettacolo sin dalle prime tappe. Dopo 4 tappe, e dopo il via dato in Sardegna, ad Alghero, eccoci già sulle pendici dell’Etna.
A seguire si passa lo stretto, ancora senza ponte (come è possibile?), e si sbarca in Calabria, per godere di Terme Lunigiane e Castrovillari mentre ci si trasferisce verso i trulli di Alberobello; di qui si sale fino a Peschici, circumnavigando la nostra meravigliosa penisola.
Alla nona tappa, ecco presentarsi il Blockhaus, con la sua salita che porta dritta verso il cielo azzurro che domina questa parte d’Italia. Arriva in seguito il centro, la dorsale in questi giorni massacrata dalle scosse della faglia. Montefalco. Foligno. Per scendere poi nelle terre del Marco Pantani eroe nazionale e campione indiscusso, e indimenticato, del ciclismo, italiano e non: Bagno di Romagna e Forlì. Da qui si prende la direzione che porta alla Lombardia, passando per Reggio nell’Emilia e per Tortona: ecco infine presentarsi ai corridori la parte di percorso che probabilmente deciderà l’edizione del centenario, il Giro d’Italia 2017. Bergamo, Cima Coppi, Monza e Milano: una miscela esplosiva di ricordi e scenari che lasciano chiunque, ciclista o no, senza fiato. Ben 40 chilometri da percorrere su quelle che sono le strade de Il Lombardia, fra Miragolo e Selvino, dove quest’anno abbiamo assistito a una gara memorabile. Due giorni dopo, ecco la “bomba”: Rovetta (terra di ciclisti duri e puri) la partenza, per affrontare Mortirolo e Stelvio, a 2758 metri, là dove osano solo le aquile, alla Cima Coppi, in vetta. E per non farsi mancare nulla, se crono dev’essere, che sia a Monza, patria della velocità, città ospitante i Gran Premi più veloci ed emozionanti ancora visibili e godibili negli sport motoristici. Chiude quindi il Giro del Centenario una crono da Monza a Milano. Il traguardo è sotto le guglie del Duomo. Si tratta di una corsa che emoziona solo a de-scriverla. Immaginiamoci a correrla, seguirla, guardarla, tifarla. È un Giro d’Italia davvero completo. La dimostrazione che quando ci si impegna, in Italia, si possono realizzare progetti meravigliosi. E l’arrivo a Milano non dispiace. È un messaggio che collega il ciclismo del passato (70 arrivi a Milano nel corso della storia del Giro) al futuro (è sicuramente la Milano post-Expo la città più proiettata nel domani, rispetto alla Roma di oggi, purtroppo ancora impantanata nella risoluzione di problemi atavici, che paiono non voler trovare una via d’uscita civile e pulita)
È il Giro del Centenario.
È un gran bel Giro d’Italia.
Complimenti a chi ci ha lavorato.
Possa essere d’esempio.