Gli arbitri del pugilato, il cancro di questo sport: un fastidio che il pugilato si porta al fianco dalla sua nascita
36 arbitri sospesi. Tutti e 36, fra arbitri e giudici, impegnati ai Giochi Olimpici di Rio. Sospesi dall’attività ufficiale fino a quando non sarà completata l’indagine che li riguarda. Un cancro. Una malattia difficile da estirpare. Un fastidio che il pugilato si porta al fianco dalla sua nascita. Chi sono gli arbitri di pugilato? Da dove arrivano? Quale gavetta hanno fatto? Non occorrono casi eclatanti come questo per far nascere dubbi sulla legittimità di alcuni arbitri e dei loro arbitraggi. Basta assistere a qualche incontro “non di cartello” per avere la sensazione che “qualcosa non vada per verso giusto”.
Eppure dietro ci sono ragazzi che si allenano duramente, per mesi, per quel combattimento. Vedersi negare la vittoria o essere puniti con una sconfitta ingiusta può significare, a volte, l’addio al pugilato agonistico, per molti ragazzi. Della serie: “mi faccio un culo così per poi perdere in questo modo? No grazie”
Il sistema è da rivedere e riorganizzare alla radice. Già, dovrebbe essere così. Ma chi paga l’arbitro professionista? Quanto guadagna un arbitro? La sua trasferta viene riconosciuta? Forse si potrebbe partire proprio da domande semplici, come queste, per risanare il pugilato.