Giovani campioni si nasce, non tutti i figli d’arte hanno il talento nel sangue
Ieri in pista abbiamo potuto ammirare le gesta di un giovane figlio d’arte, definito pericoloso dai più, definito subito da noi un campione. Non ha vinto, d’accordo. È stato danneggiato da Vettel al via, è stato messo in attesa dalla sua scuderia dietro Ricciardo nel cambio gomme più importante, senza la terza “virtual safety” siamo quasi certi che sarebbe arrivato primo.
Comunque, Max Verstappen ha dimostrato di essere un figlio d’arte “legittimo”. Non tutti i figli dei piloti, però, riescono col “buco”, come le ciambelle. Ricordiamo il figlio di Nelson Piquet, diventato famoso nel circus solo per un “botto premeditato”. O, ancora, il figlio di Gilles, quel Villeneuve che non ha mai entusiasmato, pur vincendo, mai convincendo. Lo stesso Rosberg Nico, figlio d’arte, non ci sembra certo pilota eccelso dai riflessi e dagli spunti degni di un campione. Figli d’arte, ne esistono di tanti tipi.
In questo momento, stanno scaldando le loro gomme, il figlio del grande Schumi, indimenticato 7 volte iridato, e il signorino Lance Stroll, 17enne, figlio di un miliardario canadese che, per il figlio, ha comprato addirittura sia un circuito che una scuderia. Giovani campioni si nasce…