Il difensore della nazionale italiana Roberta Bianconi ha raccontato ai microfoni di Sport Fair la sua immensa gioia alle Olimpiadi e tanti aneddoti sul mondo della Pallanuoto e sul suo idolo Tania Di Mario
Fresca dell’argento olimpico conquistato a Rio de Janerio, Roberta Bianconi, pallanuotista italiana e difensore della squadra greca Olympiacos si è raccontata ai microfoni di Sportfair. Il mondo della pallanuoto italiana è orgoglioso di avere un’abile atleta come Roberta Bianconi che vanta con la maglia azzurra ben 6 medaglie: un argento alle Olimpiadi, un bronzo ai mondiali, 2 argenti alle World League, 1 oro ai campionati Europei e 1 oro ai campionati Europei Juniores. Abbiamo chiesto alla campionessa azzurra, come si è avvicinata al mondo della pallanuoto: “ho iniziato pallanuoto a 14/15 anni, dopo 8 anni di nuoto sincronizzato. Era diventato un po’ difficile far conciliare scuola e sport e siccome non volevo abbandonare la mia passione per gli sport acquatici e avevo sentito qualche amica parlare bene di questo sport, ho deciso di provare a giocare a pallanuoto”.
Ogni atleta deve superare tanti ostacoli e fare numerosi sacrifici per diventare un campione di alto livello, proprio come Roberta: “io ho sempre avuto le idee molto chiare sugli obiettivi che volevo raggiungere, ho sempre sognato la nazionale fin da bambina quindi per me non è mai stato un grandissimo peso fare dei sacrifici. Ovviamente nell’età tra i 18 e i 22 non posso negare che mi sia dispiaciuto dover rifiutare a volte di uscire la sera con gli amici perché l’indomani avevo o gli allenamenti o qualche partita importante, oppure passare le ultime 10 estati in ritiro con la nazionale e quindi rinunciare alle vacanze estive però per me ne è sempre valsa la pena perché stavo inseguendo il mio sogno“.
Un’atleta che si rispetti segue sempre una rigorosa dieta che aiuta a tenersi in forma e a recuperare dopo ogni fatica in piscina: “la pallanuoto penso che a livello di allenamento sia uno degli sport più completi perché durante la settimana effettuiamo sedute di palestra e sedute in acqua. Le sedute in palestra sono sempre abbastanza simili, si cerca di lavorare sia sulla parte superiore che inferiore del corpo, in acqua invece si varia di più: si passa da sedute di nuoto a lavori di tecnica individuale di palleggio e tiri in porta a sedute di tattica di gioco. Ovviamente perché il nostro fisico abbia la giusta energia per sopportare la tipologia e le ore di allenamento l’alimentazione è molto importante facendo una bella colazione la mattina e per pranzo apportare una giusta quantità di carboidrati e proteine accompagnati anche dalla verdura…un’altra cosa importante è variare e cercare di non mangiare sempre le stesse cose”.
Le Olimpiadi di Rio de Janeiro hanno regalato uno spettacolo meraviglioso, ricco di pathos ed emozioni. La stessa Roberta ci svela cosa si prova a vivere da vicino i Giochi Olimpici: “le emozioni sono state moltissime e forti e non avrei mai pensato di provarle tutte in un’occasione. Quando entravo in acqua per le partite non riuscivo a capire quali emozioni provassi perché erano troppe paura, felicità, grinta, voglia di fare bene e vincere ma allo stesso tempo paura di sbagliare…in alcuni momenti sentivo così tanta energia che mi sentivo quasi tremare. Poi vabbè quando sali sul podio cerchi di realizzare cosa sta accadendo perché non ti sembra vero che si sia realizzato il tuo più grande sogno da sportivo e quindi l’incredulità di aver realizzato qualcosa di grande è stata forte e ancora adesso ci sono momenti in cui non mi sembra ancora vero”.
Nel Setterosa c’era anche Tania Di Mario, storico capitano azzurro che al termine della finale persa contro gli USA ha annunciato l’addio alla Nazionale. Di lei Roberta Bianconi conserva un ricordo indelebile: “ a parte gli insegnamenti tecnici sulla pallanuoto, una cosa che ha trasmesso a me e alla squadra è la forza interiore, cioè nel credere sempre in quello che si fa e a non mollare mai perchè è la prima cosa che ti porta a realizzare grandi cose, e in questo lei è la numero 1″.
Nadal ha dichiarato che la medaglia olimpica è la vittoria più importante della sua carriera. Roberta Bianconi è d’accordo con l’affermazione del tennista spagnolo: “per gli atleti di sport “minori” come è la pallanuoto l’obiettivo da raggiungere sono proprio le Olimpiadi se poi riesci pure ad arrivare a medaglia hai realizzato il sogno… quindi si, è la vittoria più importante della carriera”.
Il presente si chiama Olympiakos, nuova realtà che Roberta Bianconi sta vivendo dopo gli anni di Rapallo. I motivi che hanno spinto l’azzurra ad emigrare in Grecia sono semplici e chiari: “sono arrivata ad un certo punto della carriera pallanuotistica in cui sentivo di aver bisogno di qualcosa di diverso, di nuovi stimoli, di un nuovo ambiente. Il caso ha voluto che proprio quell’estate ricevessi due offerte dall’estero e tra le due ho scelto la Grecia. Il campionato in Grecia non è di altissimo livello ma nemmeno livellato come in Italia, diciamo che la maggior parte dell’anno ci alleniamo per preparare la Euroleague”.
Sempre meno giovani si avvicinano al mondo dello sport e, soprattutto, a quello della pallanuoto. Roberta Bianconi ha quindi voluto mandare un messaggio a tutti i più piccoli per spiegare cosa significa praticare la pallanuoto: “direi che è uno sport che ti fortifica come persona, ti aiuta a superare le difficoltà e i tuoi limiti. Lo sport di squadra ti porta a stringere amicizie solide e durature nel tempo, ti insegna a condividere momenti belli e brutti, c’è sempre una spalla su cui appoggiarsi, non si è mai soli, ci sono persone pronte ad aiutarti e viceversa potrai essere tu di aiuto ad altri. Questo è il gioco di squadra e questo è ciò che amo del mio sport”.
Non solo la pallanuoto nel mondo della Bianconi che prima di questo sport praticava il nuoto sincronizzato. L’azzurra svela però che le sarebbe piaciuta anche una carriera in un altro sport: “io prima di passare alla pallanuoto ho praticato nuoto sincronizzato, sport che mi ha dato tanta disciplina e che ancora mi affascina moltissimo, però penso che la pallanuoto sia il mio sport. Se devo trovare uno sport che mi sarebbe piaciuto praticare in maniera un po’ più approfondita direi lo sci”. Insomma, dal mare ai monti…
Tutti da piccoli hanno un idolo a cui ispirarsi, Roberta Bianconi, il suo, l’ha trovato invece strada facendo, una volta cresciuta: si tratta di Tania Di Mario: “fino a qualche anno fa non avevo un’atleta in particolare a cui facevo riferimento, ho sempre cercato di catturare qualcosa da tutti i grandi campioni sia della pallanuoto che non…ma ovviamente dopo aver avuto la fortuna di conoscerla, di poter allenarmi e giocarci insieme dico Tania di Mario per le stesse motivazioni che ho elencato prima”.
Impossibile non parlare poi del cyberbullismo e del recente caso di Diletta Leotta, il cui telefono è stato hackerato e sono state diffuse sue foto private: “sono cose che non dovrebbero capitare a nessuno, né a donne, né a uomini e né agli adolescenti. Poi certo le donne diciamo che sono il bersaglio più semplice da colpire e si è sentito molto parlare di casi di donne dello spettacolo come in questo caso quello di Diletta Leotta. La cosa più brutta e triste da constatare è la mancanza di sensibilità delle persone e come al giorno d’oggi, ormai dove regnano solo i social, siano così interessate a violare la privacy e a diffamare a tal punto da rovinare la reputazione e la vita delle persone, in questo caso di una giornalista sportiva ma prima ancora di una donna“.
Infine un commento sulla candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024 e il no del sindaco di Roma Virginia Raggi: “in questo caso non mi sento di entrare in merito alle motivazioni del no alla candidatura per Roma2024 anche perché penso che tutto sia stato valutato con molta attenzione e cura. Mi sento invece solo di dire la mia opinione in quanto atleta che nemmeno sa se arriverà a giocare a pallanuoto fino al 2024, ma che grazie alle due esperienze olimpiche ha avuto l’occasione di vedere la felicità negli occhi degli atleti delle nazioni ospitanti sapendo di avere l’occasione di potersi esprimere al massimo davanti al proprio tifo e sarebbe stato bello poter provare lo stesso“.