Diciassette anni fa il Bayern Monaco perdeva la Coppa dei Campioni più pazza della storia
Sono trascorsi diciassette anni da quel 26 maggio. Notte di coppa, di quella coppa che conta e nella vita fa la differenza. La coppa dalle grandi orecchie. In campo c’erano i soliti 22 giocatori: 11 per il Bayern, 11 per il Manchester United. Pantaloncini molto corti, e scarpe da calcio di colore nero, per tutti. Altri tempi. La squadra tedesca va in vantaggio presto. E ci resta. Fino al novantesimo minuto. Esatto: il 90esimo. A quel punto della partita, ormai finita,
Hitzfeld, in panca, sostituisce Basler, autore del gol del vantaggio, e in quel momento eroe vivente tedesco. Standing ovation, come è naturale che sia, da parte dei suoi supporters. Quasi non visto dal pubblico pagante, nel mentre, il quarto uomo segnala tre minuti di recupero. 3 minuti. Un battito di ciglia distanziava i tedeschi dal trionfo. Scende sulla sinistra il calciatore più bello di tutti i tempi, mister Beckham. Finisce con Gary Neville che si procura un calcio d’angolo, e lo stesso Beckham che lo batte e disegna una parabola a rientrare.
Palla che dopo una serie di rimpalli e rinvii finisce fuori area. Tiro al volo di Giggs. Sulla traiettoria del suo destro si trova Teddy Sheringham. È 1-1!
Manca un minuto e mezzo alla fine della partita. Lo United si guadagna un altro corner. Ancora Beckham. La parabola ancora perfetta. Sheringham di testa. Solskjaer in spaccata.
2-1.