Nel Roland Garros del 1989, il cinese Chang fece perdere staffe e incontro a Lend, furioso per il comportamento dell’avversario
Arriva un americano dal volto cinese che gioca a tennis e che non si era mai visto prima qualcosa di simile e che fa impazzire uno freddo come Ivan Lendl e che alla fine coi suoi occhi a mandorla, la sua bassa statura e i suoi mille trucchetti, vince un torneo importante come il Roland Garros, nel 1989.
Il tennista a stelle e strisce si chiama Chang. Chang il Cinese. Michael Te-Pei è il nome. È lui che si presenta agli ottavi di finale. Solo con la sua forza di credere nel miracolo. Battere Lendl. Si scende in campo. Terra rossa. Pesante. Affaticante. Stancante. Due set a zero per Lendl. Sembra fatta. Sembra finita. Salvo che. Salvo che Chang inizia un’operazione di “rottura” che demolirà il granitico Lendl. Chang si ferma e obbliga Lendl ad aspettarlo. Chang beve acqua con molta calma e Lendl è costretto ad aspettarlo. Chang fa finta di avere i crampi e Lendl è costretto ad aspettarlo. Chang si rifocilla con banane che sbuccia e mangia con lentezza così che Lendl è costretto ad aspettarlo. Chang deve fare pipì e costringe Lendl ad aspettarlo. Nel quinto set, ecco il primo capolavoro di Chang: servizio “da sotto”!
Lendl, scioccato, prende velocemente la rete, ma, sulla ribattuta, Chang lo fulmina con un passante lungolinea. Il secondo capolavoro di Chang viene esibito sul match point per il cinoamericano, sul servizio Lendl. Chang entra decisamente in campo. E si posiziona vicinissimo alla linea del quadrante di battuta. Quando Lendl sbaglia il primo servizio, Chang addirittura avanza la sua posizione, come un impavido guerriero. È una mossa da folli. È la mossa vincente. Siamo alla seconda palla e sembra una follia.
Lendl sbrocca di testa. Va fuori di matto.
E perde il match.