Non sono i capelli platino e la barba a fare di un uomo un uomo, vero Messi?
Messi la pulce. Messi che vomita sul campo prima dell’inizio delle partite che contano. Messi sempre con lo sguardo basso, timido, introverso. Poi un giorno ti svegli e vedi Messi tatuato.
E il giorno dopo pensi di sognare quando vedi Messi biondo platino e con barba da hipster di seconda fascia; e invece (purtroppo?) sei ben desto. Ma non sono certo le barbe, i tatuaggi o (menchemeno) il colore dei capelli a fare di un uomo un uomo. No. È la parola data. Sono il significato e il valore della parola di un uomo che fanno la differenza: sul campo, ma soprattutto fuori. Messi dopo una sconfitta dichiara che non giocherà mai più con la Nazionale Argentina. Salvo poi cambiare idea. Ritornare sui suoi passi. E tornare a giocare con la maglia bianca&azzurra. Ma sì, abbiamo scherzato, vero Messi? Come fanno i bambini: quando perdono, con le lacrime agli occhi, dicono sempre “basta, non gioco più”. Poi basta che vedano un pallone rotolare e tornano a correre e segnare. Sono bambini. Non si può volere di più da loro.