Lippi e il Dio danaro cinese

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Dopo una breve parentesi, Marcello Lippi torna in Cina attratto dalle sirene… economiche

Marcello Lippi torna in Cina. Uno si chiede: ma perché? In Cina il cielo è “lattiginoso” per 12 mesi all’anno. In Cina lo smog è a livelli altissimi. In Cina il livello del gioco del calcio è lo stesso livello che qui in Italia vediamo nelle partite scapoli-ammogliati la domenica pomeriggio sui campetti spelacchiati della periferia.

 LaPresse/Xinhua
LaPresse/Xinhua

E allora, caro Marcello, allenatore che ci hai portati sul tetto del mondo a Berlino, qual è la vera ragione per cui ci lasci di nuovo e te ne torni in Cina? I soldi? Ma non ne hai forse guadagnati abbastanza? Non potresti, per una volta, metter da parte il Dio Danaro e aiutare invece i ragazzi italiani a trovare una loro strada nel mondo del calcio inteso come sport, e non come professione dai guadagni folli? Non potresti, in quanto ex-ct della Nazionale, provare a seguire, senza scopo di lucro, i giovani delle periferie italiane, regalando loro un impagabile giorno con l’allenatore dei loro sogni? Deve essere sempre tutto così direttamente legato al soldo, in questa vita?

Quando ce ne andremo, caro Marcello, non saranno le monete che ci porteremo di là, ma i dolci ricordi di quando abbiamo fatto del bene a chi non se lo aspettava e non aveva i soldi per permetterselo.

Pensaci, quando sarai sull’aereo diretto in Cina. Pensaci.

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