Dopo la sconfitta contro l’Hapoel Be’er Sheva, l’Inter ha esalato il suo mortal sospiro
Questa la fredda cronaca di un mortal sospiro.
La fantomatica proprietà è probabilmente nascosta negli scantinati di via Paolo Sarpi, China Town, Milano. Il presidente viaggiatore indonesiano con l’aereo sempre a portata di mano sarà certamente in volo verso chissà quale altra destinazione, cercando di scovare nuovi polli da spennare.
Il presidente ombra morattiano pare sia alla ricerca disperata di microfoni di televisioni locali per poter dire la sua anche se in realtà non potrebbe più farlo. Il vice presidente vestito da capitano sta riflettendo sul fatto che forse essere stato bravo in campo non significa esserlo altrettanto dietro a una scrivania. L’allenatore che arriva dall’Olanda che è tanto bella e tanto “granda” si è reso conto che l’olandese non è il migliore idioma da utilizzare per riuscire a comunicare con uno spogliatoio che parla solo argentino stretto. I giocatori scesi in campo avevano capito dalle maglie che erano state loro fornite dalla società che si trattasse di un “after-party” stile ibizenco.
Il risultato dice Inter 0 – Hapoel Be’er Sheva 2.
Il suicidio è avvenuto ieri notte, verso le 22.00, a Milano, zona San Siro.