Dopo la batosta subita ieri a Praga, l’Inter si riscopre perdente: un esempio da seguire per invertire la rotta è senza dubbio l’Atletico di Simeone
La sconfitta dell’Inter porta a galla i significati e i valori di parole come vergogna, orgoglio, vincente, perdente. Ragionandoci un secondo in più del solito, e cercando di sgombrare il campo da retoriche inutili e falsi miti, viene in mente un paragone che dimostra, di per sé stesso, come si possa essere, sul serio, perdenti&vincenti nello stesso momento.
Perché, in fondo, quello che rattrista di più della formazione nerazzurra, è che la squadra non ha giocato, nonostante sia pagata fior di quattrini per farlo. Quello che fa incattivire i tifosi, è la mancanza di “nerbo”, di “carattere” degli undici fantasmi scesi in campo. Se pensiamo a una squadra come l’Atletico di Madrid, pensiamo sicuramente a una squadra che, in 5 anni, è passata da essere “perdente” a priori, a “vincente” sempre. Cosa ha permesso questa netta inversione di tendenza? Sicuramente non le vittorie in finale di Champions: quelle sconfitte ancora bruciano, chiaro, sottopelle. Eppure i “colchoneros” oggi mettono paura a tutte le avversarie, mentre prima erano la classica squadra materasso, amata più per la sua storia che per le sue vittorie. La differenza dell’Atletico è essere riuscito, come team, a costruire una mentalità arrembante, vincente, conquistatrice. L’anima dei colchoneros, grazie al Cholo, è diventata quella di una “nave di pirati”, dove tutti remano nella stessa direzione, convinti, appassionati, entusiasti. Con questa attitudine, si batte il Bayern di Ancelotti. Con questo approccio, il tesoro arriverà. Con quella nerazzurra, arriverà il nulla.