Olimpiadi Rio 2016, il bilancio di Malagò per l’Italia è soddisfacente
“E’ stata un’esperienza molto sofferta, sono felice ed orgoglioso di essere presidente del Coni, ma soprattutto di essere italiano”. Giovanni Malagò sintetizza cosi’ il suo stato d’animo nella conferenza stampa di fine Olimpiadi, svoltasi a Casa Italia a Rio de Janeiro. Un incontro con la stampa durato oltre un’ora, nel corso del quale sono stati snocciolati numeri e statistiche per spiegare il nono posto dell’Italia nel medagliere finale, con 8 ori, 12 argenti e 8 bronzi (“e 10 quarti posti, a Londra furono 8“), in cui non sono mancati ringraziamenti a staff, Fabbricini e Mornati in primis, e Federazioni. Malagò ha raccontato la sua Olimpiade (“ho sofferto molto, nei primi giorni sono stato sotto antibiotici, ma ho sentito il dovere di esserci e sono stato orgoglioso quando veniva issato il tricolore“) ed in particolare l’ultima giornata vissuta sui campi di gara a Rio, senza tralasciare le diverse emozioni che l’hanno accompagnato. “Quasi dispiace piu’ per un argento che non la felicita’ per un bronzo” ha detto in riferimento ai risultati dell’Italvolley e di Chamizo. “Ho sperato nel colpo grosso, ma alla fine va bene il bronzo. Sulle farfalle ci sono tanti rimpianti, Fontana e’ stato vittima dell’imponderabile, Meucci stava facendo bene e si e’ ritirato. Il volley? Ti fa capire che per vincere non deve essere solo piu’ forte, ma molto piu’ forte. Quest’oro l’avevo sognato, ma chapeau alla pallavolo, che da Atlanta ad oggi e’ andata a medaglia cinque volte su sei“.
Il Coni pagherà 5,4 mln di premi lordi ai 69 atleti medagliati, la cui eta’ media si e’ abbassata di un po’, cosi’ come e’ cambiato lo scenario geografico delle medaglie azzurre. A Londra 13 le Regioni coinvolte, a Rio 15. Ed ancora: nel 2012 ci sono state 9 medaglie da atleti non nati in Italia, a Rio 5. Il Lazio e’ la Regione con piu’ medaglie (9), seguito da Toscana, Sicilia e Liguria; Roma la citta’ con piu’ atleti medagliati (6) seguita da Catania (5) e Napoli (4). Questi rappresentano alcuni dati nel contesto di uno scenario complessivo in cui sono aumentati i Paesi che hanno vinto almeno un oro. “Complimenti alla pallanuoto con due squadre a medaglia, al più giovane medagliato che e’ Simone Giannelli, al piu’ anziano che e’ Johnny Pellielo, impressionante il tiro a volo. Ma soprattutto -ha detto Malagò – voglio sottolineare che ne’ un atleta, tecnico, team manager, insomma nessuno si e’ lamentato di qualcosa. Le scelte sono state tutte eccellenti sotto il profilo dell’attenzione agli atleti. Mornati sa fare bene questo lavoro” ha aggiunto il numero uno dello sport italiano. “Abbiamo fatto bella figura. Se sono contento? Si’, sapevo che potevamo fare questo, ma speravo in cuor mio in qualcosa di più. In un’Olimpiade e’ cosi’, si può vincere qualcosa che non speri e mancare qualcosa in cui sei convinto di farcela” ha proseguito Malagò che racconta un particolare in riferimento alla gara di Vincenzo Nibali. “Mi aveva già detto tutto in aereo, sapevo già come sarebbe andata la gara. E stava andando proprio in quel modo, non siamo stati fortunati. E Mangiacapre? Vince e poi scopre di avere lo zigomo fratturato. Incredibile“.
“Siamo comunque sempre li’ nei primi 10 del medagliere, ma basta poco per arrivare al 12° posto o al 6°. Voglio fare i complimenti a Gran Bretagna, Olanda e Ungheria, ma sottolineare che nessun Paese con più abitanti di noi ci e’ davanti nel medagliere. E Casa Italia? Un vero fiore all’occhiello di tutta la spedizione. Abbiamo esportato chi siamo, chi e’ il Coni, tutti dicono che sappiamo fare anche questo, non solo il resto“. Il presidente del Coni non nasconde la sua “personale” delusione per la vicenda Schwazer (“ma pubblicamente non posso dire nulla, la sentenza non si commenta, ma sulla forma avrei molto da dire“), ipotizza forme alternative di finanziamento alla federazioni ma “senza abbandonare nessuno” e parla in particolare della Fidal, che chiude con zero medaglie. “Finisce come molti pensavano finisse. Io ero convinto che qualcosa avremmo raccolto. Palmisano e’ arrivata quarta, ho sperato in Schwazer, nel salto in alto bastava poco, la 4×400 con il tempo del giorno prima poteva sperare. E poi Tamberi… Ma non ci sono scuse, bisogna rimboccarsi le maniche e ricostruire“. Su Roma2024, infine, Malagò prende ancora tempo e non si sbilancia:”Adesso torneremo, ci incontreremo e parleremo, fra qualche settimana saremo più precisi. Abbiamo fatto tutto quello che era giusto fare a livello di attività di supporto, di complicità coi membri del Cio in modo elegante, in modo discreto. Serve ancora qualche settimana di pazienza“.