Olimpiadi Rio 2016, la straordinaria impresa di Elia Viviani e le emozioni del ciclismo su pista regalano all’Italia l’ennesimo trionfo
Sono passati 16 anni e quattro edizioni delle Olimpiadi per ascoltare nuovamente l’inno di Mameli in un velodromo: dopo la medaglia d’oro di Antonella Bellutti a Sydney 2000 nella corsa a punti, Elia Viviani trionfa nell’Omnium, la competizione più spettacolare del ciclismo su pista. Ed è una vittoria dal sapore d’impresa: il corridore veneto, 27 anni del Team Sky, è caduto nella prova finale ma si è rialzato e ha recuperato forze e concentrazione per poi sprintare più volte per il successo e arrivare addirittura con la medaglia d’oro salda sul collo a 10 giri dalla fine.
E’ stata le medaglia d’oro certamente più emozionante di queste olimpiadi per l’Italia, con quelle emozioni che soltanto il ciclismo può regalare. Emozioni straordinarie ripagate da tutto l’ambiente italiano. A partire dal premier Renzi che s’è voluto congratulare facendo i complimenti a Elia e alla federazione inviando un SMS al presidente della Federciclismo Renato Di Rocco. Grande gioia anche per il Presidente del Coni Malagò, per l’allenatore di Viviani Marco Villa, per Davide Cassani e tutta la spedizione ciclistica dell’Italia a Rio, compresi i telecronisti Francesco Pancani e Silvio Martinello che hanno raccontato l’impresa di Elia Viviani con voce commossa.
Tante parole emozionate anche per Vincenzo Nibali: “quando Elia è caduto abbiamo vissuto di nuovo quell’incubo” ha detto Davide Cassani, ma poi per fortuna tutto è andato bene e questa medaglia d’oro è anche per lo Squalo. Perchè l’Italia del ciclismo è unita, ed è una squadra vera.
Le parole di Elia Viviani dopo il trionfo
Queste le dichiarazioni del neo campione olimpico dell’Omnium: “ho vinto la corsa più importante della mia vita, oggi sono salito su quella pista solo per questa medaglia. Ho perso quattro anni fa a Londra, ho perso due volte ai mondiali, avevo puntato tutto su questo. Ho speso molto tempo per la pista, sono andato contro corrente per le squadre, facendo un’attività fuori dal normale per una squadra World Tour. Ma ci ho sempre creduto e ho avuto una Nazionale a supporto, con Marco che è un CT ma anche uno dei più grandi amici. Il gruppo della Nazionale con i giovani che stanno crescendo è fortissimo, nell’inseguimento sono cresciuto molto grazie a Ganna, avere qui il quartetto è stato molto importante. Siamo un gruppo di amici, grazie a loro, alla mia famiglia e a Elena che è l’unico che riesce a tenermi tranquillo nei momenti un po’ di panico come oggi prima della corsa a punti. Devo ringraziarli molto. Stasera la caduta mi ha un po’ scosso perchè non sapevo cosa poteva succedere, mi sono fermato un attimo, ho visto che la bici non era buona e dovevo cambiarla, poi ho cercato di capire il mio corpo come stava, poi ho visto il tabellone e ho visto che ero primo e che dovevo difendere quella posizione. Da lì in poi ho cercato di mettere in cantiere più punti possibili e controllare la situazione perchè gli attacchi ci sono stato. Alla fine mi sono goduto gli ultimi dieci giri realizzando in anticipo di avercela fatta dopo quello sprint. Certamente la fortuna doveva restituirmi qualcosa, ma tutte le esperienze mi sono servite per quello che ho fatto qui. Adesso penso che si chiude un primo capitolo della mia carriera, farò sempre parte della pista perchè penso che la nazionale meriti questo, avrò altri obiettivi su strada nei prossimi anni ma bisogna credere nella nazionale e nei giovani che abbiamo perchè a Tokyo può essere che quei ragazzi possano salire sul podio anche nel quartetto, e io sarò sempre parte di questa nazionale. Questa medaglia è per me, per Elena, per la mia famiglia, per tutti“.