Il presidente della Fidal Alfio Giomi esprime la sua delusione per i risultati raccolti dall’Italia dell’atletica a Rio, rimandando il discorso Schwazer
Dopo la conclusione dei Giochi Olimpici di Rio 2016, il presidente FIDAL Alfio Giomi analizza con i media i risultati del movimento italiano in questi dieci giorni di gare olimpiche, in cui per l’Italia non sono arrivate medaglie.
“Per prima cosa voglio ringraziare tutti gli atleti che sono qui a Rio. Qui nessuno è venuto pensando che fosse un impegno in cui non dare il massimo, ci mancherebbe altro. Non c’è dubbio però che i risultati complessivi siano diversi da quelli attesi da tutta l’atletica italiana”. Giomi divide la squadra in due blocchi: “Quello che sembra a me, oggi, è che qui a Rio un’intera generazione abbia concluso il proprio percorso. Siamo arrivati a Rio sapendo che c’è una nuova leva di atleti che cresce bene, alcuni dei quali sono stati già capaci di centrare la convocazione in azzurro; insieme a loro, gli atleti della generazione precedente, che non finiremo mai di ringraziare per quel che hanno dato al nostro movimento. Qui, avevano il compito di tenere in piedi questa nostra partecipazione. Se si guarda ai risultati, ci si può rendere conto di come Rio segni la fine del percorso di questo gruppo, perlomeno ai livelli più alti”.
Inevitabile la domanda sul destino della guida tecnica: il DT Magnani è a rischio? “Tra due mesi avremo le elezioni – risponde Giomi – non so nemmeno se ci sarò ancora io, figuriamoci se posso dire chi sarà il Direttore Tecnico… Oggi parliamo di quel che abbiamo fatto qui a Rio: analizzeremo ancora meglio, a freddo, questi risultati. Quel che posso dire ora, è che Massimo Magnani ha goduto del nostro totale sostegno; un sostegno pienamente meritato, vista la grande mole di lavoro svolto. Chiederemo a lui una valutazione tecnica, e successivamente ragioneremo insieme ai tecnici, e agli atleti. In ogni caso, non posso dare un voto sufficiente alla squadra: sono contento dell’atteggiamento di tutti, ma i risultati non mi soddisfano. Ripartiamo da qui con la consapevolezza che c’è una nova generazione pronta per fare veramente bene. Di questo gruppo fanno parte altri ragazzi, come Filippo Tortu, per fare un nome”. Un altro nome che riecheggia, in conclusione, è quello di Alex Schwazer. “No, non voglio parlarne. Non è il momento. Lo farò, lo faremo, ne parleremo in Consiglio federale, perché vogliamo dire la nostra su tutta questa storia. Ma non è il caso di farlo ora, non voglio togliere spazio ai nostri atleti”.