Olimpiadi Rio 2016, considerazioni sullo stile delle tute dell’Italia: non ci piacciono affatto…
No, continuano a non piacerci, queste tute degli atleti italiani a Rio. Questo grande 7 bianco su di uno sfondo bluscuro quasinero. Continua a non piacerci l’idea che le tute di una Nazionale, nell’ambito di una Olimpiade, da sempre rappresentante dello sport non-professionistico, e quindi non mischiato al Dio Danaro Sponsor, siano un grande spot per uno stilista italiano. Ogni volta che un atleta italiano sale sul podio, indossando queste tute, non porta sul podio l’Italia, ma un marchio.
Lo ripetiamo: se le Olimpiadi sono da sempre state l’emblema dello sport non professionistico e non legato al denaro o alle sponsorizzazioni, queste tute italiane sono uno dei più grandi autogol che si siano mai visti. Dove è l’Italia, in queste tute? Dove sono i colori dei nostri azzurri? Dove sono i colori della nostra Nazione? Perché quel 7? (il perché del 7 a dire il vero lo sappiamo, ma non diciamo nulla perché sarebbe di nuovo pubblicità) Viene anche da chiedersi: chi, oltre allo stilista che ha ottenuto pubblicità in tutto il mondo in un settore, quello sportivo, dove non è ancora molto conosciuto, ci ha guadagnato dalla scelta di tute come queste?
Chi si è intascato dei bei soldini alle spalle di noi italiani per far pubblicità a un brand? E chi ha deciso di scegliere queste tute per rappresentare l’Italia, e quindi noi, a una Olimpiade? Chi ha scelto di mischiare soldi e sponsor con una manifestazione sportiva che dovrebbe bandire sia l’uno che l’altro? Chi ha deciso quindi di portare i mercanti nel tempio e, non contento, di farli addirittura salire sul podio? No, continuano a non piacerci queste tute degli atleti italiani a Rio.
Olimpiadi Rio 2016: ecco che cos’è il “7” sulla divisa dell’Italia