A pochi giorni dall’esordio olimpico dell’atletica azzurra, il Dt Magnani esprime le proprie considerazioni sul team azzurro, sottolineando l’assenza di Tamberi
Mancano sei giorni al via delle gare d’atletica dei XXXI Giochi Olimpici, aperti ufficialmente due sere fa al Maracanà di Rio de Janeiro da un ultimo tedoforo ben noto all’Italia: Vanderlei Lima, che fu protagonista, con Stefano Baldini, del rocambolesco finale della maratona olimpica di Atene 2004, vinta poi dall’azzurro.
“Il contesto è unico – le parole del tecnico ferrarese – anche più complesso, se possibile, di quello dei Mondiali, per le mille ragioni che rendono inarrivabili le Olimpiadi. La squadra che abbiamo selezionato si caratterizza, a mio modo di vedere, per i tanti nomi nuovi che si affacciano alla ribalta. Non è il team più giovane di sempre perché con i nuovi sono presenti anche diversi “senatori”, ma certo la consistenza tecnica di ragazzi come Ayomide Folorunso, Fausto Desalu, Veronica Inglese, per citarne tre tra i più validi, è innegabile”. Ai Giochi conteranno molto le medaglie: “non lo nego, così come dico che abbiamo delle chances. Ma dobbiamo anche essere realisti, le nostre prospettive di podio sono contenute, e riservate ad un numero ristretto di atleti ed atlete in seno alla squadra.
Che possono, anzi, devono coltivare il loro sogno, le loro ambizioni, seppure in un contesto, come già detto, molto complicato. La competitività è altissima: in atletica circa 40-50 paesi finiscono regolarmente sul podio, e questo non va dimenticato mai. I nomi? Sono noti: abbiamo alcuni atleti di valore mondiale, che per palmarès, caratteristiche, carattere, possono ambire al podio. Li invito a crederci”. Infine, Magnani torna sull’infortunio di Tamberi, l’assenza del saltatore italiano peserà indubbiamente: “ovvio, e non solo per una questione di prospettive di medaglia. Da quel punto di vista, parlano i fatti: campione del mondo indoor e campione europeo in carica, protagonista anche nei meeting. Era un serio candidato al podio. Non si tratta solo di questo, però. Pesa anche il fatto che non sia presente con il suo modo di fare atletica, che a me piace moltissimo, con il suo essere capace di applicarsi ferocemente nel lavoro, e di sdrammatizzare con una battuta. Vivere seriamente l’atletica non vuol dire non ridere mai. Anzi“.