Rio 2016, tutto quello che c’è da sapere sulle durissime corse di ciclismo in linea e a cronometri: altimetria, planimetria e foto del percorso
Ci siamo quasi: dopodomani, venerdì 5 agosto inizieranno le Olimpiadi di Rio de Janeiro e subito, nei primi giorni, andranno in scena le competizioni di ciclismo su strada. Sabato 6 agosto l’attesissima prova in linea maschile (partenza alle ore 14:30 italiane, arrivo previsto intorno alle 20), mercoledì 10 agosto la cronometro. Andiamo a scoprire tutti i segreti di un percorso spettacolare, molto affascinante ma soprattutto massacrante per i ciclisti: è forse il più duro della storia dei Giochi Olimpici per questa specialità, e se i corridori lo affronteranno in modo veloce, potrebbe rivelarsi la gara ciclistica più difficile di tutte le Olimpiadi.
Si correrà (vedi altimetria sopra) nei sobborghi meridionali di Rio de Janeiro, tra la Praia de Ipanema (dove ci sarà sia la partenza che il traguardo), la Praia de Sao Conrado, la Praia da barra da Tijuca, la Praia do Recreio e la Praia de Grumari. Sarà un percorso lungo 237km con due circuiti, il primo (circuito Grumari) da ripetere 4 volte nella prima parte della gara, il secondo (circuito Vista Chinesa) proprio a ridosso di Rio de Janeiro, da ripetere 3 volte prima di tornare al traguardo.
Il primo circuito (Grumari, vedi altimetria sopra) sarà quello in cui mercoledì 10 si correrà la prova a cronometro: poco meno di 55km, con il circuito da fare due volte in un percorso durissimo, molto duro e pericoloso. Ma torniamo alla prova in linea.
Fino ad oggi, tutti si sono concentrati sul circuito di Vista Chinesa che dal punto di vista altimetrico è senza ombra di dubbio il più duro, perchè la salita è più lunga e l’ultimo scollinamento sarà a meno di 10km dal traguardo, quindi potrebbe rivelarsi decisivo per la vittoria finale.
E’ una salita di 9km con una pendenza media del 6%, compreso un tratto di 1km in ripida discesa. Quindi le pendenze dei tratti in salita (7,9km complessivi), sono molto più duri. Le punte di pendenza massima sono del 20% (precisamente 19,9%). Pazzesche. E i corridori dovranno ripetere tre volte quest’ascesa, ecco perchè è un’olimpiade per scalatori. Persino uno come Peter Sagan l’ha considerata troppo dura per le sue caratteristiche, e ha deciso di non partecipare.
Ma attenzione anche alla prima parte della corsa, quella del circuito Grumari (altimetria sopra, su cui si correrà la cronometro ma anche i primi 150km della gara in linea, con il circuito da ripetere 4 volte). Sarà molto dura, e potrebbe decidere la gara in anticipo. Probabilmente nessuno vincerà una medaglia olimpica nei primi 150km della corsa, ma in tanti potrebbero perderla per vari motivi. Il percorso, infatti, è zeppo di insidie.
Dapprima si affronta un lungo tratto di litorale oceanico, con 15 chilometri sulla avenida Lúcio Costa, una strada costiera sempre esposta ai forti venti provenienti dall’Atlantico. La strada è larga, e in questo tratto si potrebbero formare dei ventagli tali da spezzare il gruppo. Sarà molto importante il gioco di squadra.
Poi i corridori percorreranno un tratto della Estrada do Pontal per poi immettersi sulla avenida Estado da Guanabara, un altro percorso costiero affacciato sulla ventosissima praia de Grumari in cui però la sede stradale è molto più stretta (pochi metri) e presenta un tratto di 3 chilometri in pavè quando ancora gli atleti saranno in pianura (anche se di vera pianura ce n’è poca, si tratta di un continuo sali-scendi). Questo circuito, però, prevede anche due rampe durissime: prima la salita verso Grumari, poi quella di Grota Funda.
Quella di Grumari è la più dura in termini di pendenze: sono 1,3km, quindi appena 1.300 metri, ma durissimi con una pendenza media del 9,4% e una pendenza massima del 24,1%. Rampe mostruose: per rendere l’idea, la pendenza massima del Mortirolo è del 18%, sullo Zoncolan arriviamo al 22% e sull’Angliru, la salita più dura d’Europa, al 23,6%.
All’Olimpiade di Rio de Janeiro i ciclisti dovranno affrontare rampe peggiori delle salite più dure d’Europa, e dovranno farlo per 4 volte nella prova in linea e 2 volte in quella a cronometro. Certo, c’è una differenza importante: Mortirolo, Zoncolan e Angliru sono salite vere, lunghe e dure. Il Mortirolo è 12,5km al 10,4% di pendenza media, lo Zoncolan è 10,5km all’11,5% di pendenza media, l’Angliru 12,6km al 9,9% di pendenza media. Qui invece parliamo di brevi rampe, ma con pendenze durissime che richiederanno uno sforzo molto più breve ma addirittura più intenso rispetto a quello delle salite più dure d’Europa.
Torniamo al percorso del circuito Grumari. Dopo una discesa molto breve ma ancora più ripida e difficile rispetto alla salita, ci sarà un breve tratto in cui rifiatare e poi si tornerà a salire verso Grota Funda, la seconda rampa del circuito Grumari: stavolta la salita è più lunga, ma comunque dura: 2,13km con una pendenza media del 6,8% e una pendenza massima del 10,3%.
Ripetiamo che bisognerà affrontare 4 volte questo circuito. Quindi: 4 volte la ventosissima avenida Estado da Guanabara sulla costa dell’atlantico con 3km di pavè, 4 volte la salita di Grumari con rampe fino ad oltre il 24%, 4 volte la salite di Grota Funda lunga poco più di 2km con rampe fino ad oltre il 10%, 4 volte le due discese, entrambe tecniche e difficili, di Grumari e Grota Funda. E quando sarà finito tutto questo, mancheranno ancora 100km di gara con le tre salite verso Vista Chinesa. Un massacro.
Il circuito Grumari è il più affascinante della corsa per la ripidità delle salite, la spettacolarità del tracciato, i paesaggi mozzafiato che si incontrano lungo il percorso, i 3km di pavè, la fitta foresta in cui bisognerà immergersi in un verde intenso e selvaggio. Se nella prova in linea nessuno potrà sferrare qui l’attacco decisivo (ma, lo abbiamo già scritto, in molti potrebbero perdere la corsa), invece sarà proprio qui che si deciderà la cronometro. Una cronometro difficilissima, atipica, con 7km complessivi di salita molto dura, circa 10km di discesa su un percorso totale di quasi 55km (54,6km per l’esattezza) in cui molti tratti di pianura saranno condizionati dal forte vento e in parte anche dal pavè. Ecco perchè non è scontato che si affermino gli specialisti puri, e corridori come lo spagnolo Ion Izagirre e il nostro Vincenzo Nibali (che proprio oggi ha firmato con il nuovo Team Bahrain-Merida) potranno dire la loro anche in ottica medaglia.
Osservando le fotografie si potrà notare come in alcuni tratti il pavè del circuito Grumari è stato asfaltato, tra le polemiche dei residenti che apprezzavano il fondo stradale così com’era e non hanno risparmiato feroci critiche agli organizzatori delle Olimpiadi per aver rovinato il gusto storico della avenida Estado da Guanabara.
Ma – eccezion fatta per un breve tratto in cui tutta la strada è stata completamente asfaltata perchè i ciottoli del pavè erano grossi e separati da autentiche voragini – nei rimanenti 2,6/2,7km soltanto una piccola striscia di strada è stata asfaltata. I corridori, quindi, potranno evitare il pavè nella prova a cronometro in cui ognuno correrà da solo, ma quando saranno tutti insieme nel gruppo sarà più difficile (a meno che non si corra in linea indiana o a coppie), rimanere sull’asfalto. E probabilmente ci potranno essere anche schermaglie per conquistarsi una posizione dal lato liscio della strada, che inevitabilmente potrà essere favorevole rispetto a chi rimarrà sul pavè. Chi sa guidare meglio la bicicletta, infatti, non si spaventa del pavè che però ad alcuni ciclisti risulta indigesto.
E anche per questo ne vedremo delle belle: sarà un grande spettacolo dall’inizio alla fine.