Ciclismo, Olimpiadi Rio: ecco l’ordine d’arrivo della durissima prova in linea maschile
Più ritirati che al traguardo (79 sono saliti sulle ammiraglie, 65 hanno raggiunto in bici il Lungomare di Copacabana). Distacchi pazzeschi, tipici di un tappone alpino di una corsa a tappe. Osservando l’ordine d’arrivo definitivo della prova di ciclismo in linea che ieri ha fatto sognare l’Italia con un grande Vincenzo Nibali, costretto al ritiro per una caduta che gli ha provocato due fratture a collo e spalla quando era lanciatissimo verso la medaglia d’oro a 11km dal traguardo, possiamo capire quant’è stata una corsa dura. Durissima. I distacchi sono pazzeschi: al traguardo sono arrivati per ultimi il brasiliano Fiscer e il lituano Konovalovas con un ritardo di 32 minuti da Van Avermaet (senza la caduta di Nibali ed Henao, il ritardo sarebbe stato ancora più largo). E se Van Avermaet ha segnato un tempo di poco superiore alle 6 ore e 10 minuti, gli ultimi hanno impiegato quasi 7 ore per completare il circuito.
Ma già il nono, l’estone Kangert, è arrivato al traguardo con quasi 2 minuti di distacco dal belga medaglia d’oro. E’ stata una corsa durissima, molto selettiva, adatta agli scalatori. Dopotutto lo stesso Van Avermaet, che scalatore non è, ha ammesso di aver avuto molta fortuna. “Mi davo un 5% di possibilità di vittoria oggi, ci sono riuscito ma mi dispiace per Nibali che è stato molto sfortunato“: queste le sue parole dopo il traguardo.
L’Italia, comunque, ha portato 3 uomini all’arrivo: Aru 6°, Caruso 40° e De Marchi 63°. Soltanto Francia, Gran Bretagna, Belgio e Portogallo – insieme agli Azzurri – hanno portato al traguardo tre corridori. Magra consolazione per i ragazzi di Cassani che hanno dato spettacolo e avrebbero meritato la vittoria.
Ecco l’ordine d’arrivo generale (i partenti erano 144, si sono ritirati in 79):
- Van Avermaet (Belgio)
- Fuglsang (Danimarca) s.t.
- Majka (Polonia) a 5”
- Alaphilippe (Francia) a 22”
- Rodriguez (Spagna) a 22”
- Aru (Italia) a 22”
- Meintjes (Sud Africa) a 22”
- Zejc (Kazakhstan) a 25”
- Kangert (Estonia) a 1′ e 47”
- Da Costa (Portogallo) a 2′ e 29”
- Thomas (Gran Bretagna) a 2′ e 29”
- Froome (Gran Bretagna) a 2′ e 58”
- Martin (Irlanda) a 2′ e 58”
- Buchmann (Germania) a 2′ e 58”
- Yates (Gran Bretagna) a 3′ e 3”
- Bookwalter (USA) a 3′ e 31”
- Mollema (Paesi Bassi) a 3′ e 31”
- Durasek (Croazia) a 3′ e 31”
- Reichenbach (Svizzera) a 3′ e 31”
- Schleck (Lussemburgo) a 3′ e 31”
- Chaves (Colombia) a 3′ e 34”
- Pauwels (Belgio) a 6′ e 12”
- Vuillermoz (Francia) a 6′ e 12”
- Bardet (Francia) a 6′ e 12”
- Clarke (Australia) a 6′ e 12”
- Roglic (Slovenia) a 9′ e 38”
- Arashiro (Giappone) a 9′ e 38”
- Impey (Sud Africa) a 9′ e 38”
- Roche (Irlanda) a 9′ e 38”
- Valverde (Spagna) a 9′ e 38”
- Chernetski (Russia) a 9′ e 38”
- Jensen (Danimarca) a 9′ e 38”
- Bennett (Nuova Zelanda) a 11′ e 49”
- Cancellara (Svizzera) a 11′ e 49”
- Navardauskas (Lituania) a 12′ e 18”
- Cardoso (Portogallo) a 12′ e 18”
- Sepulveda (Argentina) a 12′ e 18”
- Kochetkov (Russia) a 12′ e 18”
- Kruijswijk (Paesi Bassi) a 12′ e 18”
- Caruso (Italia) a 12′ e 18”
- Grivko (Ucraina) a 12′ e 18”
- Gilbert (Belgio) a 12′ e 18”
- Teklehaimanot (Eritrea) a 19′ e 20”
- Preidler (Austria) a 19′ e 37”
- Tybor (Slovenia) a 20′ e 00”
- Saramotins (Lettonia) a 20′ e 00”
- El Abdia (Marocco) a 20′ e 00”
- Nordhaug (Norvegia) a 20′ e 00”
- Siutsou (Bielorussia) a 20′ e 00”
- Laengen (Norvegia) a 20′ e 00”
- Tamouridis (Grecia) a 20′ e 00”
- Polanc (Slovenia) a 20′ e 00”
- Mendes (Portogallo) a 20′ e 00”
- Amador (Costa Rica) a 20′ e 00”
- Woods (Canada) a 20′ e 00”
- Golas (Polonia) a 20′ e 00”
- Spilak (Slovenia) a 20′ e 00”
- Vakoc (Repubblica Ceca) a 20′ e 00”
- Skujins (Lettonia) a 20′ e 00”
- Sorensen (Danimarca) a 20′ e 00”
- Kozhatayev (Kazakhstan) a 20′ e 00”
- Kwiatkowski (Polonia) a 20′ e 00”
- De Marchi (Italia) a 20′ e 00”
- Fischer (Brasile) a 31′ e 47”
- Konovalovas (Lituania) a 31′ e 47”