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Atletica: Italia nei guai, Magnani si dimette: “dopo Rio 2016, scelgo di non continuare”

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Il direttore tecnico Magnani si dimette dopo gli insuccessi dell’atletica italiana alle Olimpiadi di Rio 2016

Le Olimpiadi di Rio 2016 sono terminate ormai da un paio di giorni ma faranno parlare di sè ancora per molto tempo. Ad essere ricordate nel tempo saranno le imprese, le vittorie, ma, purtroppo, anche le sconfitte e le disfatte. Tra queste ci sono quelle dell’atletica italiana, che da Rio 2016 non ha portato alcun successo a casa, nonostante però tanti risultati positivi che lasciano ben sperare per il futuro come quello di Alessia Trost.

LaPresse/Spada

Dopo la disfatta olimpica, il direttore tecnico Magnani ha deciso di dimettersi: “perché mi assumo le responsabilità che mi spettano: i risultati olimpici non sono stati pari alle attese. Il presidente non accetta la mia volontà, vorrebbe fare un esame approfondito. La prossima settimana ci incontreremo. Ma, a malincuore e senza in alcun modo sbattere la porta, scelgo di non continuare“, ha spiegato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport

Per quattro anni mi sono “dato” con totale dedizione. Ma guardo agli esiti, non solo olimpici. E spero che la mia decisione induca altri a far valutazioni circa il proprio operato“, ha aggiunto Magnani.

LaPresse/Reuters

“Nell’attuale situazione sviluppare l’alto livello è difficile. Abbiamo prodotto tanto, ma perdendo di mira gli obiettivi. La federazione non può far tutto, dovrebbe selezionare i percorsi. Diversamente la struttura si strozza. Favorire il decentramento territoriale è giusto, ma non serve per l’attività di vertice. Abbiamo fallito. E’ uno dei motivi per cui è necessario fare un passo indietro. I due binari avrebbero dovuto correre in parallelo e poi incontrarsi. Non è successo”, ha aggiunto il d.t. dell’atletica italiana.

Per Magnani non ci vuole molto per ricominciare e migliorare: “mettendo al centro gli atleti top e i loro allenatori, guardando al contesto internazionale. Servono professionisti che vivano di atletica, veri supporti tecnico-scientifici, apparati medico-sanitari all’altezza, strumenti e mezzi sempre a disposizione. Altrove è così da anni. Bisogna impiegare bene il budget. E’ una scelta politica: non si può intervenire ovunque. Bisogna finalizzare. E la prima voce a bilancio dev’essere l’attività di vertice. Se no è un arrampicarsi sugli specchi“, ha spiegato.

Bisogna migliorare la formazione degli allenatori. I nostri sono preparati sul piano metodologico, non a gestire atleti top. E’ un’urgenza. Abbiamo diversi giovani talenti: se non saranno accompagnati da tecnici che crescono di pari passo, rimarranno inespressi“, ha concluso Magnani.

 

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