Vincenzo Nibali, il Tour de France e l’Astana: tanti pasticci ma una certezza, lo straordinario orgoglio dello Squalo dello Stretto
Vincenzo Nibali alla fine è l’unico che può uscire a testa alta da questo Tour de France per il team Astana: la squadra che era arrivata in Francia con l’intenzione di competere per la vittoria del Tour e vincere diverse tappe, adesso tornerà a casa con un montepremi tra i più bassi di tutto il gruppo. Neanche una tappa, pochissimi piazzamenti (due terzi posti, con Aru nella crono di Megève e con Nibali a Morzine), neanche una maglia indossata da qualche corridore, soltanto un giorno con il numero rosso sulle spalle di Nibali e un deludente 13° posto in classifica generale per Fabio Aru, poi Kangert 26° e Nibali 30°. Molto deludente anche il 5° posto nella classifica delle squadre, per un team che si presentava con tante stelle ai nastri di partenza della Grande Boucle.
Ma Nibali esce a testa alta perchè ha dimostrato il proprio orgoglio e il proprio valore. E’ stato sempre affianco a Fabio Aru, nonostante tutte le vicissitudini interne alla squadra. Non tutti i Campioni avrebbero accettato di fare da gregari a un ragazzino alla prima esperienza, più piccolo di 6 anni, rispetto a chi ha già vinto tutto e poteva ambire a vincere ancora. Nibali ha aiutato Aru nei momenti difficili, è andato in fuga 5 volte, ha cercato di movimentare la corsa, s’è messo a disposizione e ha sfiorato una grande impresa a Morzine.
Ha pagato l’atteggiamento della squadra che l’ha lasciato allo sbaraglio con la consapevolezza che questa era l’ultima grande corsa a tappe con lo Squalo in divisa azzurra (il prossimo anno Nibali correrà per il neonato Bahrain Cycling Team costruito appositamente intorno a lui). Eppure, nonostante questo, è stato il migliore. Esce con orgoglio e dignità, e adesso punta tutto su Rio. Obiettivo medaglia d’oro alle Olimpiadi, per entrare ancor più nella storia.
Tour de France, Nibali in fuga sotto il diluvio sul Col de Joux Plane [VIDEO]