Tour de France, Vincenzo Nibali compie una grande azione nell’ultima tappa alpina e sfiora l’impresa: è terzo sul traguardo di Morzine, teatro di una delle più grandi imprese di Marco Pantani nel 1997
Lo Squalo dello Stretto sfiora l’impresa nell’ultima tappa del Tour de France 2016: alla fine è terzo sul traguardo di Morzine, dietro Jarlinson Pantano e con 42” di ritardo dal vincitore, Ion Izaguirre che ha regalato il primo successo alla Spagna in questo Tour, dopo che ieri Bardet ci era riuscito per la Francia. E così a rimanere a secco c’è soltanto l’Italia: sul banco degli imputati di questo storico flop c’è senza ombra di dubbio l’Astana, che aveva in squadra i tre più forti talenti azzurri (Vincenzo Nibali, Fabio Aru e Diego Rosa) ma ha sbagliato tutto, dall’inizio alla fine, e si ritrova senza vittorie di tappa e senza classifica. Il pasticcio del team kazako si è compiuto proprio nelle ultime due tappe: abbiamo già parlato della brutta strategia di ieri, ma non pensavamo che oggi potesse accadere addirittura di peggio. L’Astana con Nibali in fuga ha incredibilmente tirato il gruppo a tutta per oltre 60 chilometri, riducendo il vantaggio dei fuggitivi dai 6′ e 30” che aveva raggiunto fino ai 4 minuti, con il fine di “salvaguardare” la sesta posizione di Fabio Aru, mentre i corridori che si trovavano sul podio, si guardavano bene di mandare la squadra a tirare. In fuga c’era Roman Kreuziger che ad un certo punto è stato virtualmente secondo in classifica, a 3 minuto e 30 di ritardo da Froome. E chi ha pensato “bene” (siamo ironici) di lavorare per salvare il culo (agli altri)? L’Astana, rischiando di compromettere la fuga dello Squalo. Alla fine è saltato Fabio Aru, che nell’ultima salita, sul Col de Joux Plane, è andato in crisi alla deriva. Mentre scriviamo non è ancora arrivato al traguardo, uscirà fuori dalla classifica generale chiudendo il Tour bene che vada al 12° posto in classifica, senza mai lasciare il segno.
Italia e Astana senza gioie, quindi, proprio oggi sul traguardo di Morzine che nel 1997 fu teatro di una delle più grandi imprese di Marco Pantani (quanto ci manca!), che vinceva la tappa dopo un grande attacco sul Col de Joux Plane e una picchiata meravigliosa verso il traguardo. Con quell’azione d’altri tempi, Pantani conquistava anche il 3° posto sul podio di Parigi. Oggi, 19 anni dopo, lo Squalo ha sfiorato la sua 6ª vittoria di tappa in carriera al Tour, dopo le 4 tappe vinte nel 2014 quando ha vinto anche la classifica generale, e quella dello scorso anno. Evidentemente frenato dalla caduta di ieri, oggi abbiamo visto un Nibali in gran forma, pronto a combattere per l’oro olimpico di Rio de Janeiro tra due settimane. E soprattutto la conferma che senza le follie suicide dell’Astana, poteva essere tutto un altro Tour, con Nibali capitano e Aru a fare esperienza da esordiente alle spalle del campione. Non lo scriviamo oggi: l’abbiamo ribadito ogni giorno, dalla vigilia del Tour fino alle tappe in cui Nibali si staccava con troppa facilità.
Adesso c’è spazio solo per il rammarico. Intanto chi non l’aveva capito, ha ben chiaro il motivo per cui lo Squalo sta scappando da questo team a una nuova squadra che sarà tutta costruita intorno a lui. E l’anno prossimo sarà tutta un’altra storia.
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