Tour de France, spettacolo solo grazie a Peter Sagan nell’edizione degli sbadigli
Ci sono ciclisti che danno spettacolo anche quando stanno seduti in ammiraglia, e altri che dopo due secondi posti e tanti rimorsi, quest’anno rischiano di finire persino fuori classifica. Il tormentone dei social per il “#SuenoAmarillo” di Nairo Quintana, “e anche oggi attacco domani“, è più attuale che mai: nelle interviste di ieri dopo il traguardo di Finhaut-Emosson, il corridore colombiano ha incredibilmente detto che “tutti quelli che hanno vinto il Tour de France avevano ben oltre i miei 26 anni, ho ancora tanto tempo per realizzare il mio sogno“. Insomma, altri 5 anni a ruota e poi si vedrà.
Menomale che c’è Peter Sagan. Anche ieri in un tappone alpino è andato all’attacco, ha vinto il traguardo volante per la maglia verde e l’ha ipotecata. Praticamente adesso è matematicamente sulle sue spalle: potrebbe perderla soltanto in caso di ritiro. Ha 200 punti di vantaggio sul secondo, Marcel Kittel, che per sfilargliela dovrebbe vincere tutte le prossime tre tappe e i tre traguardi volanti, con Sagan che dovrebbe rimanere a zero. Possiamo dire che è fatta: la prestigiosa ed elegante maglia verde è aritmeticamente di Peter Sagan, per il quinto anno consecutivo.
Quest’anno l’ha indossata per 12 giorni (saranno 15 fino al traguardo di Parigi), e ieri in maglia verde tagliando il traguardo di Finhaut-Emosson in 70ª posizione, con un ritardo di 29 minuti e 3 secondi dal vincitore di tappa Ilnur Zakarin, Sagan ha dato spettacolo: ha impennato su una sola ruota e ha tagliato il traguardo così, a modo suo, sorridendo e salutando i tifosi in delirio più per lui che per i big (vedi video in coda all’articolo).
E’ stato un Tour de France eccezionale per Peter Sagan, il migliore della sua carriera. Ha vinto tre tappe, a Cherbourg-en-Cotentin, Montpellier e Berna, ha indossato 3 giorni la maglia gialla, è arrivato una volta secondo, tre volte terzo. Solo nel 2012, alla sua prima partecipazione, aveva vinto tre tappe del Tour ma la maglia gialla non l’aveva mai indossata. E non solo. Nella tappa di Revel è stato premiato con il numero rosso per il più combattivo di giornata. E ancora può incrementare il proprio bottino vincendo la tappa di Parigi, senza Cavendish è super favorito anche per una volata facile in pianura.
E poco importa che in classifica generale sia novantesimo con due ore e mezza di ritardo da Froome. Nel Tour degli sbadigli, orfano di Contador e con Nibali relegato a fare da gregario, tutto lo spettacolo è sulle ruote della maglia verde Peter Sagan. Se non ci fosse neanche lui avremmo potuto spegnere la tv…