L’Inter di Man-Ray

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Questa Inter assomiglia a un’opera dell’artista Man-Ray

L’Inter di questo periodo post-Cina assomiglia a un’opera di Man Ray: un ferro da stiro con punte. Impossibile da usare, per lo scopo per il quale è stato progettato, salvo distruggere tutto ciò che tocca.

Lapresse/Spada
Lapresse/Spada

La società nerazzurra, al momento si comporta esattamente così. Invece di allenare e fortificare ciò che ha in cascina, tende a rovinare sempre tutto quel che fa, parlando sempre d’altro e d’altri (altro e altri che in campo però non vanno) e tralasciando colpevolmente, abbandonandoli, i giocatori a disposizione. È come se l’Inter avesse la possibilità concreta di “stirare” a dovere i vestiti a disposizione, per fare bella figura all’inizio delle ostilità d’Agosto, e invece di stirare sé stessa stesse portando avanti un’operazione di distruzione e sfascio di ciò che è, svalutando i giocatori acquistati, non lavorando come un gruppo unito, non dando alla formazione un gioco, non dando alla squadra una precisa e definita identità.

man rayCome l’opera di Man Ray, l’Inter ha potenzialità, del tutto sconosciute, però. Perché là dove potrebbe agire “piegando con classe i vestiti del suo armadio”, preferisce parlare dei vestiti che vorrebbe comprare o distruggere quelli che potrebbe indossare. È un’Inter, quella attuale, che se non fosse così sadica, potrebbe risultare a tratti umoristica. Certo sarebbe difficile far capire ai tifosi la bellezza di un’Inter a cavallo fra l’opera d’arte e la barzelletta. Qualcuno vuole provarci?

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