Il rapporto commissionato dalla Wada a Richard McLaren è stato parzialmente rivelato, dal testo si evincono prove inconfutabili sulla colpevolezza della Russia
Ai Giochi olimpici invernali di Sochi fu “doping di Stato“, un sistema “controllato, diretto e supervisionato” dal ministero dello Sport russo, guidato da Vitaly Mutko, “con l’aiuto attivo dei servizi segreti” di Mosca e che non riguardava soltanto l’atletica. E’ la clamorosa conclusione a cui è giunto il rapporto commissionato dalla Wada a Richard McLaren, professore di diritto canadese, secondo cui “esistono prove verificabili e al di là di qualsiasi ragionevole dubbio” sulla colpevolezza della Russia.
In una conferenza stampa a Toronto, McLaren ha spiegato che anche le provette prelevate nel corso dei Mondiali d’atletica del 2013, organizzati a Mosca, sono state manomesse prima che la Iaaf provvedesse ad analizzarle. “Il laboratorio di Mosca ha messo da parte i controlli risultati positivi e che andavano cambiati, togliendo i tappi dalle provette e rimpiazzando l’urina prima che queste venissero inviate a un altro laboratorio suggerito dalla Iaaf“, assicura McLaren precisando che il laboratorio moscovita “non aveva scelta“. Di questo sistema, utilizzato dal 2011 all’agosto del 2015, avrebbero beneficiato sportivi russi partecipanti sia ai Giochi estivi che invernali organizzati in Russia.
Già nei giorni scorsi Usada e Cces, le agenzie antidoping di Stati Uniti e Canada, avevano chiesto al Comitato olimpico internazionale (Cio) di far fuori non solo l’atletica, ma tutta la Russia dall’Olimpiade di Rio de Janeiro. Nel dossier McLaren svelato oggi, l’atletica è in testa a questa triste classifica con 139 casi, seguita dal sollevamento pesi (117) e una categoria di sport non olimpici (37). Ancora, 35 casi relativi agli sport paralimpici, quindi lotta (28), canoa (27), ciclismo (26), pattinaggio (24), nuoto (18), hockey su ghiaccio (14), sci (13), calcio e canottaggio (11), biathlon (10), bob, judo e volley (8), boxe e pallamano (7), taekwondo (6), scherma e triathlon (4), pentathlon moderno e tiro (3), beach volley e curling (2), basket, vela, snowboard, tennis tavolo e water polo (1).
Intanto sulla questione si è espresso in maniera dura anche il Cio attraverso una nota ufficiale: “I risultati del rapporto indicano un attacco senza precedenti sull’integrità dello sport e sulle Olimpiadi – dice il presidente Thomas Bach – pertanto, il CIO non esiterà a prendere le più dure sanzioni a disposizione nei confronti di qualsiasi individuo o organizzazione coinvolti“. E domani, il comitato esecutivo del Cio si riunirà in una conferenza telefonica per prendere le sue prime decisioni, che possono includere misure e sanzioni provvisorie per quanto riguarda la Olimpiadi di Rio 2016. (ITALPRESS).