Caso Schwazer – Spuntano le clamorose intercettazioni, riportate dalla ‘Repubblica’, secondo le quali un giudice internazionale abbia intimato a Sandro Donati di far perdere Schwazer a Roma e La Coruna
Il caso Schwazer che sta sconquassando l’atletica italiana continua a rimanere avvolto nel mistero, soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra Sandro Donati e il marciatore alto-atesino che sarebbe, secondo il professore, il motivo principale dell’attacco nei confronti di Alex.
A pochi giorni dall’inizio delle Olimpiadi di Rio de Janeiro, dove la presenza di Schwazer resta ancora sub judice, emergono nuovi misteriosi particolari che rendono la vicenda ancora più marcia di quanto si potesse credere. Dopo le parole cariche di paura e terrore rilasciate qualche settimana fa da Sandro Donati, ecco venire a galla, grazie alla ‘Repubblica’, alcune telefonate consegnate all’autorità giudiziaria e alla commissione parlamentare antimafia. Si tratta di due intercettazioni che vedono come protagonisti Donati e uno sconosciuto interlocutore – un personaggio molto noto nel mondo dello sport – intento a convincere l’allenatore azzurro a tenere a freno Schwazer nelle competizioni dove sarebbe ricomparso dopo la lunga squalifica per il doping.
Nella prima telefonata, avvenuta alle prime luci dell’alba del 7 maggio scorso, prima della Coppa del Mondo di marcia tenutasi a Roma, Donati ascolta la voce di un giudice internazionale di marcia “molto vicino a Sandro Damilano“. L’uomo, dopo essersi scusato per l’orario, gli sussurra: “La prego, glielo dica (ad Alex Schwazer, ndr) ancora una volta fino a prima della gara, possibilmente lasci vincere Tallent, mi capisce?“. Il seguito è storia nota, Schwazer vince alle Terme di Caracalla e rifila tre minuti e mezzo allo stesso Tallent, colui che lo aveva accusato qualche mese prima di essere la vergogna d’Italia. La seconda telefonata arriva il 23 maggio, cinque giorni prima della gara di La Coruna sui 20 chilometri.
Dall’altra parte del telefono ecco la stessa voce di qualche settimana prima, quello stesso giudice internazionale di marcia che questa volta suggerisce a Donati di non rispondere agli attacchi di alcuni atleti “e di non andare a cercare disgrazie con i due cinesi che sono da 1 ora e 17 minuti…“. Sulle strade spagnole di La Coruna, poi, Alex si piazzerà secondo dietro il cinese Whang Zhen. Due intercettazione che potrebbero cambiare le carte in tavola, rendendo ancora più triste e misteriosa una vicenda che di sportivo ha davvero poco e niente. Intanto Schwazer suda e si allena, la decisione sulla sua presenza a Rio 2016 sarà presa il prossimo 8 agosto dal Tas, si spera che almeno il Tribunale svizzero possa levare un po’ di fango dalla figura di un campione che ha già espiato, e pure ampiamente, le proprie colpe.