Pietro Mennea è stato il primatista mondiale dei 200 metri dal 1979 al 1996 con il tempo di 19?72, un record che ancora resiste a livello continentale
“La fatica non è mai sprecata: soffri ma sogni“
Era il 28 giugno 1952 quando nasceva a Barletta il terzo dei cinque figli di Salvatore Mennea, sarto, e di Vincenza Misuriello, casalinga. Avrebbe 64 anni il grande campione olimpico dei 200 metri piani a Mosca 1980 e primatista mondiale della specialità dal 1979 al 1996 con il tempo di 19″72 che, oggi, costituisce il record europeo. Sarà per la tenacia che ha contraddistinto l’atleta e l’ uomo, sarà per quella personalità complessa, sarà il sud, terra particolare, sarà che arrivare ad essere cio’ che ha rappresentato Pietro Mennea nello scenario nazionale è qualcosa di straordinario: un profilo perfetto dello sprinter più veloce e più caparbio che l‘Italia abbia mai avuto. Quell’uomo che continua ancora oggi a battersi, a riproporsi, proprio come quando gareggiava,ad essere presente costituisce una leggenda perenne che l’Italia non dimenticherà mai. Perché si è campione quando il tuo ricordo vive e vivrà per sempre. Non si diventa campioni se non si è prima uomini e Pietro è stato un grande uomo e un grande educatore; ha insegnato educazione fisica, è stato curatore fallimentare, euro deputato a Bruxelles dal 1999 al 2004 e commercialista.
Si laureò a Bari una prima volta in scienze politiche e come se non bastasse conseguì poi anche le lauree in giurisprudenza, scienze motorie e sportive e lettere.
La storia di Pietro Mennea sembra caratterizzata dai traguardi per completarli, goderseli e proiettarsi subito a nuove sfide. Nel 1979 Mennea, studente di scienze politiche, prese parte alle Universiadi che si disputavano sulla pista di Città del Messico. Il tempo di 19″72 con cui vinse i 200 metri piani costituì il nuovo record mondiale: esso resistette per ben 17 anni, fino ai trials statunitensi per le Olimpiadi del 1996, quando Michael Johnson fermò il cronometro sul tempo di 19″66. Questi gli ingredienti determinanti di una gioventù vissuta all’aperto, che ci riporta indietro con gli anni e per un attimo fa pensare alla frenesia odierna che forgia in modo diverso i giovani di oggi. Tempi e gioventù diverse sicuramente ma ingredienti genuini e romantici che hanno dato vita all’unicità di un personaggio, che ha costruito la sua vita intorno ai sacrifici al sudore e alla voglia di andare sempre avanti, e correre per se stesso per un traguardo migliore senza mami fermarsi alle minime difficoltà. Ma anche una guida può aiutarti e cambiarti la vita ripeteva sovente Pietro Mennea e per lui la figura centrale è statal Prof. Autorino, avvocato senza toga, professore di educazione fisica in grado di forgiare colui che da lì a breve sarebbe diventato per gli sportivi italiani la “freccia del sud” e facendo impazzire un’intera nazione.