Sono passati 30 anni da quel pomeriggio messicano in cui Diego Armando Maradona segnò due gol completamente diversi ma che hanno segnato il passaggio alla storia de El Pibe de Oro. Una vittoria vissuta come vendetta una mano entrata nella storia.
«Chi ruba a un ladro ha cento anni di perdono». Diego Armando Maradona
E’ il 2 aprile 1982 l’Argentina occupa le isole Falkland di dominio britannico.Si tratta di un arcipelago dell’Atlantico merdionale.Oggi le isole sono uno dei 16 territori non autonomi sottoposti alla supervisione del Comité de descolonización delle Nazioni Unite, con lo scopo di controllare il rispetto delle azioni tese a evitare il colonialismo, e proprio da vicende di colonialismo irrisolto che, nell’aprile del 1982, gli Argentini affermano che si tratta di Isole appartenenti al territorio sud americano; gli inglesi rivendicano il loro dominio. In questi casi si finisce nelle peggiori delle ipotesi. Fu così che il 2 aprile dell’82 la junta militar di Buenos Aires, cavalcando l’onda irredentista, decide di occupare l’arcipelago. La reazione del governo britannico all’invasione è assai decisa: il primo ministro Margaret Thatcher invia navi da guerra, sottomarini nucleari, aerei e truppe che in alcune settimane riconquistarono il territorio.
La sconfitta del regime militare argentino e la sua risonanza mondiale contribuirono alla fine dello stesso. Ma non c’è solo nazionalismo dietro a queste guerriglie e vicessitudini diplomatiche che tutt’oggi sembrano non non cessare. C’è un fattore economico che ancora a distanza di decenni spaventa più che mai. Dopo meno di un mese l’Italia si laureava per la terza volta campione del mondo e una delle squadre sconfitte era proprio l’Argentina del giovane Maradona, stella del Barcellona. Quattro anni più tardi, nel 1986, in Messico si gioca la tredicesima edizione dei Mondiali di calcio ed esattamente il 22 giugno 1986 nello stadio Azteca di Città del Messico, l’Argentina e l’Inghilterra disputavano i quarti di finale dei Mondiali. Il calcio ed il destino mettono di fronte le due nazionali…..per fortuna questa volta la guerra si gioca su un rettangolo verde. Le due nazionali si affrontano per un match che aprirà le porte alla finale, l’Inghilterra è favorita l’odio e l’orgoglio nazionalistico sono ancora forti. Si respira tensione, sugli spalti si assiste ad un confronto acceso fra le due tifoserie che vengono spesso a contatto e dove scazzottate continue accompagnano una delle partite più importanti di tutti i tempi. La tensione si respira in campo, il clima afoso, teso, interventi duri e tanto agonismo. Al sesto minuto del secondo tempo il risultato è ancora di zero a zero. Proprio quando il caldo in campo e fuori faceva presagire ad un pareggio, Maradona triangola con il compagno Valdano, che aiutato da un difensore inglese alza una palla alta in area, il n 10 intuendo la direzione si eleva in alto accarezzando il cielo….gooool la palla è in rete…..ma come ha segnato? Maradona di testa? Le proteste immediate dei giocatori inglesi fanno credere subito ad un irregolarità…..ma La Mano de Dios ha ingannato tutti; ha ingannato telecronisti, spettatori, telecamere. La mano è nascosta, affianca la testa del n 10. ed il tocco di mano di Diego è quasi mpercettibile; è la sua mano sinistra a spingere la palla più in alto del portiere…..l’arbitro indica il centrocampo….. è gol. Un inganno, una magia, sicuramente un gol da annullare per l’irregolarità commessa ma El pibe de Oro ce l’ha fatta …..ha ingannato tutti. Per tutti gli spettatori era solo uno splendido colpo di testa, invece non era così. Diego commenterà a fine partita “Quel gol è mio, guai a chi me lo tocca !” e poi lo chiamerà “un gol realizzato dalla “Mano di Dio”, come a dire che quella rete è stata realizzata da forze celesti.
Nessuna furbizia, ma solo una semplice “giustizia divina”. Quel gol passerà alla storia come la Mano de Dios, uno dei tanti per cui Diego Armando Maradona verrà ricordato. Disse di averla colpita “un po’ con la testa e un po’ con la mano di Dio“. E’ un immagine che ha fatto il giro del mondo così come quanto la coppa del mondo tra le mani, Diego ha preso in prestito la mano di dio proprio contro i rivali storici, politici e sportivi Inglesi. Diego non si è mai pentito per il gesto e se il destino è nelle nostre mani, per Diego Armando Maradona non poteva che esserlo nei suoi piedi regalando subito dopo uno dei più bei gol della storia di questo sport. Probabilmente il gol più bello di tutti tempi: in fuga dalla sinistra, da centrocampo travolse in dribbling sei avversari e poi il portiere. Maradona diventò davvero il miglior giocatore del mondo grazie a quella partita. Il 22 giugno del 1896 viene ricordatao come la partita delle due reti di Maradona e della rivalsa Argentina nei confronti della corona Inglese…… e se la “mano di Dio” è stata protagonista nella prima rete, è sicuramente diventato il “piede di Dio” l’artefice indiscusso del fantastico raddoppio. Il tempo passa e molte cose cambiano.
Le Falkland, anzi le Malvinas restano sempre lì, pronte a raccontare l’eterna rivalità che ha accompagnato le due nazioni e se dopo 30 anni non ha cancellato la sovranità britannica territorialesulle isole, sicuramente non cancellerno mai dalla memoria il piede e la mano de dios che proprio oggi in occasione di quel ricordo ha voluto ringraziare la squadra che ha consacrato la leggenda del calcio e della nazionale argentina.
“Oggi voglio ringraziare tutti quelli che ricordano quella partita contro l’Inghilterra, nel mondiale in Messico. Non sembra vero che siano già passati 30 anni. Ma a me piacerebbe ricordare, più di ogni altra cosa, i miei compagni di squadra. Quelli che ci sono, e quelli che non ci sono più. Perché fummo un gruppo straordinario, e perché quel mezzogiorno lasciammo tutto in campo. Un abbraccio ai ragazzi e grazie a tutti per i vostri messaggi” Diego Armando Maradona