Si è concluso oggi il Giro del Delfinato: vince Chris Froome, Aru 45° in classifica generale con oltre 40 minuti di ritardo dalla maglia gialla ma l’Astana si conferma un top team in vista del Tour
Chris Froome ha vinto oggi il suo 3° Giro del Delfinato in carriera: era già successo nel 2013 e nel 2015 quando il corridore britannico-kenyota ha poi vinto anche il Tour de France. L’altro grande favorito, Alberto Contador, è arrivato quinto in classifica con un ritardo di 35 secondi, preceduto da Bardet e Daniel Martin sul podio, e da Richie Porte 4° in classifica.
Sulle strade del Delfinato non ha mai tenuto il passo dei migliori in salita, e a meno di tre settimane dall’inizio del Tour è un campanello d’allarme preoccupante perchè evidentemente la condizione migliore è ancora lontana e sarà difficilissimo raggiungerla nella prima settimana della corsa francese, quando si affronteranno i Pirenei che quest’anno potranno rivelarsi subito decisivi.
Anche Froome e Contador, è chiaro, non sono sembrati irresistibili: senza la follia sul traguardo di ieri, questo Delfinato l’avrebbe vinto Bardet che ha gettato tutto alle ortiche negli ultimi tre chilometri guastando l’intesa con Pinot e perdendo sia la tappa che la maglia.
Ciò che emerge, però, è che l’Astana è davvero una squadra importante: straordinario Diego Rosa, che è rimasto sempre con i migliori e oggi è arrivato sul traguardo addirittura con 5 secondi di vantaggio su Froome e Contador e ha concluso la gara 8° in classifica generale con un ritardo di 1′ e 13” da Froome e di appena 38” da Contador, ma anche Luis-Leon Sanchez e Dario Cataldo hanno dato ottime impressioni, classificandosi nella graduatoria generale avanti ad Aru. Bene anche Grivko e Tiralongo.
Sarà durissima contro tanti super-favoriti che hanno puntato tutta la stagione sul Tour: Froome e Contador, ma anche Quintana.
In casa Astana, però, è impensabile che un campione come Nibali, già vincitore di un Tour de France, due Giri d’Italia e una Vuelta, al top della forma e della sua carriera, possa mettersi al servizio di un ragazzino (senza ombra di dubbio talentuoso e promettente) come Fabio Aru che ha appena 25 anni e non ha mai disputato un Tour de France fino ad oggi, e che a 3 settimane dal via prende 40 minuti dai migliori in poche tappe su salite ben più leggere rispetto a quelle del Tour. E Giuseppe Martinelli non è stupido, e queste cose le sa bene. Le gerarchie che indicano Aru capitano sono evidentemente un pretesto per non mettere troppe pressioni e attenzioni sullo Squalo, ma è ormai chiaro che sarà piuttosto Aru, facendo esperienza, ad aiutare Nibali insieme a Diego Rosa e a tutto il team Astana, a caccia di un grande sogno che sta già entusiasmando i tifosi di tutt’Italia, e non solo…