Alain Prost, il professore del rischio

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Una vita in Formula 1, 4 titoli vinti, un amico-nemico per sempre

Lui ringrazia il Cielo di averla scampata. E forse è la frase più umana e più bella che un pilota di Formula 1 possa pronunciare, a pensarci bene. Soprattutto se a dirla è uno come Alain Prost, che ha battagliato con Senna ai limiti del pensabile correndo rischi assurdi, che ha corso con un Lauda vittima per sempre del fuoco tedesco,
che ha gareggiato sulla macchina che un anno dopo diventò la bara del rivale Ayrton, che si è lasciato passare sul bagnato dal canadese volante Villenueve, che ha visto arrivare nel “circus” l’arrembante Michael Shumacher, che ha fatto spesso a sportellate con il fumantino Mansell, che ha guidato senza orgoglio “il camion” Ferrari.

LaPresse/Photo4
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Alain Prost, il professore. Certo, non simpaticissimo. Certo, non lo stereotipo che tanto piace del “pilota genio e sregolatezza”. Certo, non educato con la rossa Ferrari. Però il professore, seppur antipatico, ha vinto la bellezza di 4 titoli mondiali. Qualcosa vorrà pur dire. Prost è un po’ come Agostini. Sembra non rischiare mai. Sembra sempre tirar giù il piedino (o mollare il gas). Sembra andare sempre “sul sicuro”. E invece, evidentemente, non è così. Perché se vinci 4 titoli mondiali in Formula 1 qualche rischio, forse, lo devi anche correre. Soprattutto, lo dimostrano i nomi di prima, se hai corso una F1 con piloti duri, difficili, duellanti. Prost ha corso in una Formula 1 pericolosa e affascinante. Poi un giorno ha detto stop. E si è fermato. È sceso dall’abitacolo. E ha smesso di correre e di andare veloce. Lui, con quella “erre” arrotata, con quella flemma irritante, con quello sguardo malinconico e irriverente. Lui ha deciso che era ora di piantarla lì coi rischi, le curve, i tempi. E si è messo dietro a una scrivania. Manager. Uomo-immagine. Figura carismatica. Basta con lo stress. Avanti con la serenità. Anche perché alle sue spalle, all’orizzonte, in Francia, i piloti preferiscono oggi dedicarsi al rally. Quindi il suo posto di “leggenda” al momento non teme rivali in patria. 14 anni di box, prove libere, gran premi e podi. Poi basta.

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Prost, nato a Saint-Chamond il 24 Febbraio del 1955, è uno di quei campioni che ha lasciato, e ha saputo farlo per davvero, al momento giusto. Senza inutili ripensamenti, senza patetici ritorni, senza folli rientri. “Oggi approfitto delle ore che passano, apprezzo il tempo libero, non mi porto più dietro lo stress da prestazione, l’ansia da gara, la frenesia delle prove. Sollevata da tutto questo, la mia esistenza ha perso di certo un po’ di quel sale di cui si nutriva, ma ha guadagnato enormemente in sicurezza e soprattutto in benessere”.

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Il pilota Prost ha lasciato le passerelle dei box e le luci dei podi per vivere nell’ombra, nella quiete, nel silenzio. Nella pace. Alain oggi dedica il suo tempo ai suoi bimbi, alla pratica di sport che ama, a tenere alta la qualità della sua vita. E, ne siamo sicuri, ogni tanto butta l’occhio al Circus che lo ha visto protagonista. E pensa al suo amico-nemico di una vita. Con affetto.

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