F1: il Gp del Messico sullo sfondo, Sergio Perez sogna: “che emozione guidare davanti al mio pubblico”

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Il pilota della Force India esterna le proprie sensazioni in vista della gara di casa, un circuito che torna in Formula 1 dopo 22 anni

Sarà un Gran Premio speciale quello che andrà in scena domenica in Messico, lo sarà specialmente per Sergio Perez, messicano di nascita, che non vede l’ora di correre davanti al suo pubblico: “per me è un privilegio correre il Gran Premio di casa. Mancava da ventitré anni, domenica è il giorno più importante della carriera, perché correre davanti alla mia gente è speciale.

 LaPresse/EFE
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Indipendentemente dal risultato sarà una grande emozione per me, spero di poter regalare un bel risultato anche a chi si è fatto molti chilometri per arrivare fin qui. Siamo reduci da due ottime gare, le ultime sei sono state positive per noi. Abbiamo ottime possibilità di continuare su questo passo, non vedo l’ora e cercherò di fare più punti possibili per il team e per le persone che verranno qui per vedermi”. Un circuito moderno, nuovo e completamente rivisto rispetto a quello che ha ospitato per l’ultima volta una gara di Formula 1 nel lontano 1993: “sono felice di essere qui nel mio paese, sono molto fiero di quello che abbiamo fatto. Quando cammini nel paddock si vede che è stato fatto un bellissimo lavoro. Questa pista non ha nulla di meno di tutte le altre, regge benissimo il confronto con tutte le altre piste del calendario. Il tracciato è ottimo e può offrire un’ottima gara. Ci sono lunghi rettilinei che contribuiscono ad ottime battaglie. Mi aspetto una gran gara con battaglie per tutti noi”. La Force India arriva in Messico dopo un periodo positivo, ma Perez aspetta il week-end per capire il livello della sua monoposto: “aspettiamo domenica per capire in che condizioni saremo dopo la gara. Credo che con le mescole che abbiamo non ci dovrebbe essere un grosso problema”. Lui è uno dei pochi piloti messicani che hanno gareggiato in Formula 1: “riguardo ai piloti, è molto tempo che non c’è nessun messicano, sono cresciuto senza mai vederne uno.

LaPresse
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Quello che ho sentito dei Rodriguez è che erano i più popolari, credo che fossero stati dei grandi piloti. Sono morti in età molto giovane, avevano ancora molto da offrire allo sport. Domenica la pressione sarà positiva, ulteriore certamente, ma positiva, sentirò l’energia di persone che mi sosterranno tantissimo. Indosso casco e mi concentro su quello che faccio, come le procedure normali per ogni gara, con tutte le procedure prima delle qualifiche e della partenza. La pressione è positiva e mi darà una motivazione per far bene domenica”. Dell’ultima gara sul circuito di casa però Sergio Perez non conserva ottimi ricordi: “l’ultima mia gara in Messico è stata dodici anni fa, non ho bellissimi ricordi. La storia è lunga e ho poco tempo per raccontarla. La domenica non mi avevano concesso di correre perché non avevo la licenza speciale. Ho avuto bisogno di un permesso, correvo contro piloti di 25 anni, ero troppo giovane e stavo vincendo il campionato. Quindi la settimana prima ho avuto contatto con un’altra federazione per avere la possibilità di correre. Quindi alla fine ho potuto qualificarmi e mi ero qualificato secondo. Ma per la gara non mi diedero la possibilità di correre. Questa è stata la mia ultima esperienza in Messico, spero che domenica vada molto meglio”. 

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