Vi siete mai chiesti come e quando le vetture che vediamo sfrecciare la domenica durante i Gran Premi hanno deciso di “indossare” il colore che adesso le contraddistingue?
Le Ferrari sono rosse. Le Mercedes sono grigio argentato. Le Lotus erano verdi e ora sono nere. Le Ligier erano di un blu che col tempo si è schiarito in un dolce e fumoso azzurro. Già. Ma perché? Chi ha deciso i colori della nostra storica “rossa” e delle “frecce d’argento”? La storia è molto antica e contemporaneamente molto semplice. All’inizio delle corse in auto, i bolidi erano verniciati con il colore prescelto dal costruttore. Questo fu possibile fino a quando la velocità delle auto permise alla direzione gara di poterle distinguere facilmente fra loro. Quando i “razzi a quattro ruote” divennero “too-fast”, ecco che vennero presi utili provvedimenti. Siamo nel 1900 quando in occasione dello svolgimento della Corsa titolata “Coppa Gordon Bennet” viene stilato un regolamento che associa a ogni nazione partecipante un colore di gara: blu per la Francia, bianco per la Germania, giallo per il Belgio e rosso per gli Stati uniti. Rosso che poi passerà all’Italia (per diritto divino). Il regolamento utilizzato per la Coppa Bennet divenne col tempo il primo Codice Sportivo Internazionale, nel 1922. Lo stesso Codice, aggiornato, ridefiniva i colori delle “scuderie” nel 1939. Francia: azzurro con numero bianco; Germania: bianco con numero rosso; Gran Bretagna: verde con numero bianco; Italia: rosso con numero bianco. Il bianco della Germania divenne poi grigio quando la Mercedes-Benz decise, nel corso di una gara, di raschiare via la “superflua” vernice delle sue vetture per diminuirne il peso. Ecco la nascita delle attuali “frecce d’argento”. La Lotus e le sigarette John Player Special adottarono una splendida e indimenticabile livrea nera e oro. Le Ligier abbracciarono l’azzurro delle sigarette Gitanes, storico sponsor delle macchine francesi. La Ferrari, invece, è la sola ad aver mantenuto intatto il suo colore: rosso. Vincente.