Vuelta, 19^ tappa: vince Gougeard, Aru perde altri 3 secondi da Dumoulin

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Tappa di “passaggio” in attesa del regolamento dei conti di domani, ma Dumoulin guadagna ancora su Aru

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La 19^ tappa non poteva rivoluzionare la classifica di questa Vuelta, non poteva rappresentare il terreno giusto per Fabio Aru di rosicchiare quei 3 secondi di ritardo dalla maglia rossa Dumoulin o per altri di piazzare azzardati attacchi, ma alla fine ha riservato un nuovo piccolo passo in avanti proprio di Dumoulin verso la sorprendente conquista del Giro di Spagna: da Medina del Campo ad Avila, per 185 km, con solo due gpm e che in teoria non potevano fare selezione ma che hanno continuato a mostrare un olandese in gran spolvero. Il primo gran premio della montagna, l’Alto de Valdavia di terza categoria è stato posto all’incirca a metà tappa, mentre il secondo, l’Alto La Paramera, di seconda categoria a 19 km dal traguardo finale, con una serie di sali e scendi successivi all’asperità. Il copione è stato da subito chiaro: l’Astana a spingere nel gruppo e a cercare di sfiancare il leader Dumoulin, cercando anche di isolarlo. Il tratto finale con il “pavimento” particolare come il terreno ideale per un’azione di Alejandro Valverde, ancora speranzoso come il suo compagno nella Movista Nairo Quintana, di risalire fino al podio della generale.

Da segnalare che in mattinata c’è stata una caduta che ha coinvolto sia Aru che Dumoulin ma nessuna conseguenza per i due ravvicinati avversari.

Pronti via e scatta la fuga di giornata: sono addirittura in 24 i corridori in fuga, con un vantaggio sul gruppo maglia rossa di addirittura 16 minuti. Il gruppo li lascia andare senza troppe remore, tanto ci saranno schermaglie anche nel secondo plotone. Fra i fuggitivi nomi noti come Arroya e Vileva della Caja Rurar, Duarte, Duque e Valencia del Team Colombia, Nelson Oliveira della Lampre e il duo Machado e Vorganov della Katusha. Solo 4 squadre non hanno ciclisti in fuga: è quindi apparso difficile fin da subito che il gruppo forzasse per riandare a prendere i fuggitivi.

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Da questi quando mancano 35 km circa si stacca Tiago Machado che prova l’allungo che in poco, vista anche la poca coesione dei compagni di fuga, guadagna più di 40”: sensazione immediata è che se si mettono d’accordo fanno in fretta a riprenderlo altrimenti, il distacco aumenta. Si forma presto un terzetto in testa con Machado raggiunto da Duque e Gougeard, che in un attimo prova a fare tutto da solo e s’invola con un margine minimo. Scatti e controscatti che dovrebbero rendere le azioni nulle ma il gruppo dietro è troppo distante con Dumoulin sempre incollato alla ruota di Aru.

Ai 15 km finalmente anche nel gruppo maglia rossa cominciano a spingere, con la Movistar in testa a dettare il ritmo. Davanti Gougeard riesce a mantenere una trentina di secondi su un gruppetto formato da Machado, Moinart, Monfort e Amador e vince braccia levate al cielo sul traguardo dopo aver superato le insidie dell’ultimo tratto in pavè e aver addirittura incrementato sugli inseguitori.

Talento puro questo 22enne francese della Ag2r: sembra superfluo dire che la sua prima vittoria in un grande Giro coincide con un suo battesimo per i palcoscenici importanti. La sensazione è che si sentirà parlare spesso di lui.

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Il gruppo dei più forti arriva con un ritardo abissale (più di 15 minuti): Valverde prova a guadagnare secondi preziosi per migliorare la sua classifica, cercando di avvicinarsi a Majka che lo precede nella generale. Dumoulin prova a staccare tutti e guadagnare ancora qualche secondo nel finale sul pavè nei confronti soprattutto di Aru: l’olandese è davvero in forma e in un finale di tappa a lui congeniale stacca l’italiano di 3″, mentre gli altri ne perdono addirittura 9″. Nella generale Dumoulin ha quindi adesso 6″ di vantaggio su Aru. Domani sarà il giorno della verità: nessuna seconda chance.

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