Il tennista ligure è già ad Irkutsk dove l’Italia affronterà la Russia per rimanere nel World Group di Coppa Davis
“Personalmente sono carico a mille, le immagini e le sensazioni della fantastica vittoria di Flavia a Flushing Meadows mi hanno dato ancora più energia, più voglia di fare bene. Ho visto con i miei occhi che i sogni si possono realizzare, che il lavoro duro, la capacità di non mollare mai, ti porta a risultati inimmaginabili. E’ stata un’esperienza incredibile“.
Da almeno un paio di stagioni il numero 28 del mondo è il trascinatore della squadra azzurra di Davis. Lo scorso anno guidò l’Italia fino alle semifinali battendo praticamente da solo l’Argentina a Mar Del Plata, poi mettendo ko a Napoli in tre set un certo Andy Murray. Fu il punto del 2-2, poi Andreas Seppi completò l’opera regalando agli azzurri la prima semifinale dopo 16 anni. “Se sento il peso della responsabilità? No, siamo in quattro e quando si è un team, lo dice la parola stessa, si vince e si perde tutti insieme, anche chi non scende in campo -assicura Fognini-. E’ vero che in Davis mi sono sempre esaltato, mi piace questo tipo di competizione, mi esalto. Per noi la semifinale conquistata lo scorso anno è stata come toccare il cielo con un dito dopo essere stati sottoterra. Però giocare per il tuo paese non è semplice, il ranking conta poco perché ognuno di noi vuole ben figurare quando veste la maglia della nazionale. E poi chiunque è convocato in Davis ha un livello altissimo”.